Pescara

Trofeo Matteotti, a rischio la gara del 14 settembre. Giuliani: «Pochi finanziamenti, servono garanzie»

26 Giugno 2025

Pescara, la classica del ciclismo potrebbe non disputarsi. L’organizzazione: «Grande delusione, non si può continuare a sostenere un impegno così gravoso». (Nella foto, Daniele Sebastiani e Stefano Giuliani, rispettivamente preisdente e direttore del comitato organizzatore)

PESCARA. La data della 77ª edizione del Trofeo Matteotti di ciclismo è già cerchiata in rosso da tempo nella bozza del calendario internazionale, il giorno dopo il memorial Pantani. Ma non è ancora detto che domenica 14 settembre venga disputata la tradizionale corsa sul circuito mare-monti tra Pescara e Montesilvano che appassiona quasi tutti gli sportivi abruzzesi. È quello che dichiara in una nota il direttore generale Stefano Giuliani, una vita dedicata al ciclismo agonistico e organizzativo, profondamente amareggiato e deluso per il trattamento economico ricevuto dagli amministratori politici della Regione.

«Devo purtroppo constatare che siamo giunti a un punto critico -esordisce Giuliani- La mia delusione è profonda perchè la nostra aspirazione è sempre stata quella di elevare il Matteotti, di garantirne la continuità e di aprirlo a nuove prospettive, tra cui l'introduzione di una gara femminile. Ci troviamo di fronte a una piazza complessa, dove l'equilibrio tra sponsor, istituzioni e le infinite esigenze organizzative sembra diventare ogni anno più precario. Nonostante la mia forza d'animo e la mia determinazione, è impensabile sostenere da soli un carico così gravoso. In parole povere non ci basta il finanziamento ricevuto di 100mila euro, se confrontato con quanto elargito per altri eventi. Il Trofeo Matteotti rappresenta un simbolo di tradizione e passione che appartiene al patrimonio culturale e sportivo della nostra comunità, e per continuare a vivere ha bisogno del sostegno concreto e tangibile di tutti gli attori coinvolti».

C'è ancora tempo per salvare l'edizione di quest'anno? «Sono un romantico del ciclismo e come tale ho bisogno di garanzie, stabilità e un orizzonte chiaro», conclude Giuliani. «Non possiamo permettere che una tradizione così gloriosa si affievolisca per mancanza di visioni. Non è un addio ma un grido d'allarme carico di amarezza, un appello accorato per salvare una manifestazione e assicurarle un futuro degno della sua storia. Confido in uno spirito di collaborazione per trovare rapidamente insieme le giuste soluzioni».