Accusato di stalking dall’amante: assolto 

Roseto, secondo la procura avrebbe pedinato e inseguito la donna alla fine della loro relazione

ROSETO. Era finito a processo con la pesante accusa di stalking nei confronti di una donna con cui aveva avuto una relazione extraconiugale e agli arresti domiciliari per aver violato il divieto di avvicinamento a lei imposto dal giudice. Al termine di una istruttoria durata quasi un anno un cinquantenne rosetano è stato assolto con la formula piena. Così ha sentenziato ieri pomeriggio il giudice monocratico Sergio Umbriano preannunciando le motivazioni tra sessanta giorni. L’uomo era difeso dall’avvocato Alessandro Recchiuti, mentre la donna (che si era costituita parte civile) era rappresentata dall’avvocato Daniele Di Furia.
Secondo l’accusa della donna l’uomo non si sarebbe rassegnato al termine della relazione e avrebbe cominciato a pedinarla, a seguirla sul lavoro, aspettarla sotto casa e anche seguire suo figlio. «Ovunque fossi lui arrivava, sono giunta a credere che potesse localizzarmi con qualche dispositivo elettronico» aveva raccontato in aula nel corso di una sofferta testimonianza.
In particolare aveva raccontato di quando se lo era trovato sotto casa alle 5 del mattino, mentre lei usciva per andare a lavorare, con un mazzo di fiori. In un altro momento avrebbe scritto con la vernice spray delle frasi sul muro antistante la sua abitazione. «Ad un certo punto ho capito di non essere più niente», aveva raccontato la donna, «sono diventata così fragile che avevo paura di tutto, anche di andare a fare la spesa e tutte le volte mi facevo accompagnare da mio figlio. Ma lui era sempre nel posto in cui mi trovavo, a tutte le ore. Una volta, all’uscita del lavoro, sono andata a prendere un caffè con un collega di lavoro e lui era lì. Ovunque andassi lui c’era». Aveva raccontato di averlo lasciato, dopo una relazione che lei stessa definisce «travagliata», quando si è accorta «che non aveva nessuna intenzione di lasciare la moglie».
©RIPRODUZIONE RISERVATA.