Acquapark Tortoreto, affari in calo: Pedicone pronto a mollare

Sono diminuiti i visitatori e gli incassi del bar e del self service Il proprietario: «Se l’anno prossimo non ci saranno i numeri dovrò chiudere»

TORTORETO. L’artigiano del legno diventato industriale del mobile è preoccupato della congiuntura. Giulio Pedicone guarda ai numeri della Las Mobili, ma anche alle altre sue creature che svettano sulla collina tortoretana: la discoteca Plaza e l’Acquapark Ondablu. Della prima sembra aver abbandonato ogni proposito di riapertura. Brucia ancora la delusione per quei giovani a cui aveva offerto sano divertimento, ma che invece cercavano lo sballo a tutti i costi. Fu la molla che lo spinse a chiudere il tempio della dance. Ora ai tanti pensieri che lo pervadono si aggiunge anche il parco acquatico: le presenze sono in calo mentre i costi lievitano.

Fa i conti con le dita Giulio Pedicone e dice: «Se il prossimo anno non ci sono i numeri chiudo». Quella appena archiviata è stata una stagione corta per via del maltempo. A luglio per alcuni giorni si è avuta una scarsa presenza di visitatori per effetto delle previsioni meteo negative. Se le presenze quest’anno sono state circa 115 mila, lo scorso anno il saldo era di circa 130mila. Oltretutto, si è praticata una chiusura anticipata della stagione, sempre per via del maltempo. Si doveva chiudere il 7 settembre mentre le pompe hanno smesso di funzionare il 31 agosto. I costi di gestione non sono uno scherzo. La manutenzione assorbe larga parte della entrate: basti pensare che alle dipendenze ci sono 3 operai assunti tutto l’anno per fare solo interventi di manutenzione. In percentuale, rispetto al 2013, quest’anno gli incassi hanno subito una diminuzione del 20 per cento nonostante le presenze vengano considerate discrete. Il minore incasso, ci dicono, è da addebitare alla crisi. In calo, infatti, sono state le entrate al bar e al self-service. La gestione del parco ha costi notevoli: incidono sul bilancio la forza motrice, il personale dipendente, i prodotti chimici per le piscine, la manutenzione annuale.

Pedicone non nasconde l’affetto che prova per famiglie e giovani ai quali aveva voluto innalzare il tempio dello svago sulla che si affaccia sulla fondovalle. «Pensavo spesso, quando concepii il Plaza, ai tanti ragazzini che si mettevano in macchina e facevano chilometri per raggiungere le discoteche del Nord. Pensavo alla loro sicurezza ed alla preoccupazione dei genitori», racconta l’imprenditore. Poi, però, si accorse degli degli eccessi del popolo giovane. Ondablu è tutta un’altra storia. E’ a misura di famiglia. Pedicone è contento salvo poi rabbuiare quando i conti non tornano. Lo farebbe sorridere almeno il pareggio di bilancio.

Alex De Palo

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