Agguato a Silvi, il testimone: "Ho visto il killer in moto"

I vicini di Presutti costernati: «Questa è una zona tranquilla, non ci sono più i problemi di prostituzione di alcuni anni fa. Ma adesso abbiamo paura»

SILVI MARINA. Dell’agguato c’è un testimone, che possiede un’attività commerciale poco distante da dove c’è stato lo sparo e racconta all’Ansa: «Ho visto un motorino con sopra un giovane, e ho sentito un colpo che sembrava lo scoppio della marmitta. Poi ho capito quello che era successo. Il giovane che ha sparato ha prima sbandato sulla strada con la moto ed è poi fuggito verso la statale 16».

leggi anche: Silvi, spari al direttore della Motorizzazione: "Mai ricevuto minacce" Attentato contro Nino Mario Presutti mentre si apprestava ad andare a lavorare a Chieti: un uomo in scooter si è affiancato alla sua auto e ha esploso un colpo. Il proiettile si è conficato contro la carrozzeria. Subito dopo lo sparo il mancato killer è fuggito facendo perdere le tracce

Ieri alle 11 in via Piave 42 davanti al condominio “Agrifoglio Lotto3“ c’è una calma piatta. L’appartamento di Nino Mario Presutti è posto al primo piano, le finestre sono sbarrate. Al citofono non risponde nessuno. Presutti qui è residente da tempo con la sua famiglia. Dall’ uscio del condominio esce dapprima una donna con un bambino in braccio e dice di non aver sentito nè visto nulla, poi arriva un altro vicino di casa che afferma: «Il signor Mario è una brava persona, sono anni che vive in questa palazzina di solito parcheggia la macchina sulla via fuori dal garage interno, anche la moglie è solita mettere l’auto esternamente. Non ero presente quando è successa la sparatoria».

Sull’asfalto rovente di via Piave non ci sono segni o punti dell’incidente evidenziati dagli inquirenti. Incontriamo il postino che nella zona passa ogni giorno per svolgere il suo lavoro e ci dice: «Presutti in realtà non l’ho mai visto di persona, qui ora è una zona tranquilla dove sono lontani episodi di criminalità di una volta». Anni fa proprio la zona Piomba, dove via Piave insiste, fu al centro di attività repressive da parte delle forze dell’ordine per il problema della prostituzione. Adesso tutto è stato risolto.

Scosso dell’accaduto il primo cittadino Francesco Comignani, che raggiunto al telefono ha dichiarato: «Non posso parlare del fatto criminale, ci sono delle indagini in corso, ma sono molto rattristato per quello che è accaduto nella nostra città». Si apprende che la moglie di Presutti al momento dell’incidente fosse a casa e che sia stata informata dell’accaduto subito dopo. Un passante, al corrente del fatto, scosso dice: «Sono avvenimenti che non appartengono alla nostra serena vita cittadina, qui non c’è malavita organizzata e non osiamo pensare che anche in Abruzzo possano verificare episodi simili. Ora abbiamo paura».

I vicini di casa di Presutti da oggi dovranno abituarsi alla presenza di forze dell’ordine, visto che alla vittima dell’agguato e ai familiari è stata assicurata sorveglianza armata.

Domenico Forcella

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