Alba, la stagione finisce col divieto di balneazione

L’ordinanza firmata dal Comune mercoledì scorso dopo le analisi dell’Arta nel tratto di mare davanti a via Sardegna, nella zona di Villa Fiore

ALBA ADRIATICA. Sembrava troppo bello per essere vero. Dopo un’estate positiva per la qualità del mare, Alba Adriatica non ce l’ha fatta a superare senza casi di inquinamento lo scoglio di settembre, che già nel 2013 fu fatale per la perdita della Bandiera Blu di quest’anno.

Nella giornata di mercoledì scorso, infatti, il vicesindaco Massimo Tonelli ha dovuto firmare una nuova ordinanza di divieto temporaneo di balneazione, che interessa un tratto di mare lungo poco meno di un chilometro e mezzo: dalla costa antistante via Pompeo, nella zona nord di Alba, a quella davanti a via delle Regioni, nel centro di Villa Fiore. A obbligare il vicesindaco (il sindaco Tonia Piccioni è assente) è stato un fax urgente dell’Arta, arrivato in municipio nel primo pomeriggio, ma del quale è circolata la notizia solo nella tarda serata di mercoledì. Ci sono 1.013 unità di batteri escherichia coli ogni 100 millilitri di acqua (il limite per la balneazione è di 500): questo hanno trovato gli esperti dell’Arta nell’ultimo prelievo effettuato nel punto di mare antistante via Sardegna. Oggi sono attesi i risultati delle ulteriori analisi sull’acqua di quel punto di mare, eseguiti ieri. La brutta notizia per Alba è arrivata in un momento morto della stagione turistica, con l’estate al capolinea e le spiagge vuote a causa del maltempo, ma gli effetti a lungo termine e di immagine preoccupano e tanto. Questi valori potrebbero vanificare gli sforzi del Comune, degli operatori turistici e degli enti preposti per evitare nuovi problemi di inquinamento e tentare di riconquistare la Bandiera Blu già nella prossima stagione estiva. Dopo un maggio nerissimo, da giugno fino a pochi giorni fa tutto era andato per il meglio, con il mare che aveva superato indenne anche il problematico mese di luglio.

Ora il fulmine a ciel sereno del nuovo caso di inquinamento, che per la prima volta non vede interessata la foce del Vibrata, torrente da anni considerato madre di tutti i mali del mare albense e non solo. Sul banco degli imputati, questa volta sembrano esserci le condotte dell’acqua piovana che scaricano in mare a pochi metri dal punto di prelievo dell’Arta di via Sardegna. Se venisse confermata una loro “implicazione”, sarebbe un fatto clamoroso, perché in meno di un anno tutte le condotte della città sono state interessate da indagini del Comune con l’aiuto di sonde e anche da una sorta di moratoria che ha permesso ai cittadini di mettersi in regola eliminando gli scarichi abusivi che gettavano lì i liquami anziché nel sistema fognario.

Luca Tomassoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA