Amir, discoteca dissequestrata: il questore sospende la licenza

13 Maggio 2025

Scatta il provvedimento di chiusura di due settimane: «Pericolo per la sicurezza dei cittadini». L’elettricista giuliese accusato di omicidio potrebbe chiedere di essere interrogato dal pm

TERAMO. L’autorità giudiziaria dissequestra la discoteca, il questore di Ascoli Aldo Fusco chiude il locale per 15 giorni: è il nuovo passaggio dell’inchiesta che tra immagini di telecamere e testimonianze ha ricostruito l’alba di morte del 16 marzo sul lungomare di San Benedetto del Tronto con l’omicidio del 24enne giuliese Amir Benkharbouch ucciso con un fendente sferrato da un amico dopo una rissa che, secondo l’accusa, sarebbe iniziata proprio all’interno del locale "Kontiki” tra il gruppo di giuliesi, tra cui la vittima, e un gruppo di ascolani.

Secondo la Procura ascolana per questioni legati a un presunto spaccio di droga. Ma queste restano accuse tutte da provare nel corso dell’inchiesta che, molto probabilmente, è ormai vicina alla chiusura dopo che nell’immediatezza dei fatti ci sono stati cinque arrestati con accuse che vanno dall’omicidio al tentato omicidio fino alla rissa. Il questore ha sospeso la licenza commerciale ai sensi dell’articolo 100 del testo unico di pubblica sicurezza: presunto pericolo per la sicurezza pubblica.

Nei giorni scorsi, proprio su delega del procuratore di Ascoli Umberto Monti, i carabinieri sono tornati a fare un nuovo sopralluogo nel locale sul lungomare di San Benedetto del Tronto in cui all’alba del 16 marzo sarebbe scoppiata la rissa tra i due gruppi prima del drammatico epilogo con il 24enne ucciso dall’amico ventenne, l’elettricista di Giulianova Federico Di Stanislao, con un fendente, sostiene lui, sferrato per sbaglio. Secondo una prima ricostruzione fatta dalla Procura attraverso la visione di svariate immagini di numerosi sistemi di videosorveglianza e di testimonianze, la violenza sarebbe scoppiata tra due opposti gruppi, quello arrivato da Giulianova e quello di ascolani, per questioni legati alla droga.

La ricostruzione fatta dai carabinieri ha individuato due momenti di scontro tra i gruppi: il primo nato all’interno del locale Kontiki e il secondo all’esterno, sul lungomare. Sempre secondo la versione degli inquirenti dopo la violenza scoppiata all’interno del locale, gli addetti alla sicurezza hanno accompagnato fuori dalla discoteca i tre giovani arrivati da Giulianova e qui, una volta che anche gli altri sono usciti, è scoppiata la rissa a colpi di machete, coltelli e anche catene di biciclette.

Di Stanislao, assistito dagli avvocati Luigi Gialluca e Alessandro Angelozzi, nei prossimi giorni potrebbe chiedere di essere interrogato dall’autorità giudiziaria dopo che nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Stiamo in fase di riflessione e di valutazione» dichiara a questo proposito l’avvocato Angelozzi. L’autopsia ha accertato che il giovane è stato ucciso da un solo colpo mortale, sferrato all’altezza del torace all’esterno del locale. Un colpo di cui Di Stanislao, nell’immediatezza dei fatti, si è assunto la responsabilità dicendo: « L’ho colpito per sbaglio nella concitazione di quei momenti».

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