Appello al prefetto per Liliana

Lo lancia Ferrante dell’associazione “Carrozzine determinate”
TERAMO. Appello al prefetto per il caso di Liliana Serafini, la 64enne malata di Sla che ormai da mesi vive “imprigionata” al terzo piano di un condominio di Colleatterat per l’assenza di un ascensore. A lanciarlo è il presidente dell’associazione regionale “Carrozzine determinate” Claudio Ferrante, che si rivolge al prefetto di Teramo Valter Crudo, «affinchè intervenga per far sedere intorno ad un tavolo tutti gli enti pubblici e trovare una soluzione immediata». Questo, continua Ferrante, «non solo perché ci troviamo di fronte a istituzioni inadempienti, ma perché dobbiamo restituire dignità a una persona che vorrebbe vivere la sua malattia con l’intimità della sua famiglia e che invece viene trattata peggio dei carcerati. Loro almeno hanno il diritto a qualche ora d’aria, Liliana no». «E come se non bastasse », continua,«in quegli alloggi vivono altre due persone invalide». L’appello dell’associazione – da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei disabili – arriva alla vigilia del sit in annunciato per domattina all’Ater di via Roma. Il marito di Liliana, Tonino, insieme al blogger Giancarlo Falconi e ai cittadini del comitato “Ora basta” si siederanno a terra davanti la sede dell’ente in segno di protesta per il blocco dell’iter del finanziamento regionale da 200mila euro destinato all’eliminazione delle barriere architettoniche nei palazzi Ater del Teramano. «Abbiamo dovuto occupare il Consiglio regionale, ci siamo incatenati davanti alle istituzioni, per far capire il significato di una barriera architettonica. Evidentemente non basta», aggiunge Claudio Ferrante prima di chiudere esprimendo, a nome di tutta l’associazione, piena solidarietà a Liliana Serafini e a quanti, in primis la famiglia e gli altri cittadini che in queste ore stanno portando avanti la sua battaglia. (f.m.)
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