Atr, la vendita non è valida ora la soluzione è l’affitto

Regione, Provincia e Comune di Colonnella incontrano il giudice fallimentare Catarra: situazione incerta, dobbiamo tutelare lavoratori e produzione

COLONNELLA. Incontro “informale” in tribunale per cercare di venire a capo dell’intricata situazione dell’Atr di Colonnella, dopo le cinque sentenze della Cassazione, cioè quella che annulla l’amministrazione straordinaria e le quattro che rimandano alla Corte d’Appello dell’Aquila perchè sancisca il fallimento di altrettante aziende del gruppo. Il presidente della Provincia Valter Catarra, insieme al sindaco di Colonnella, Leandro Pollastrelli e al dirigente regionale Giuseppe Sciullo, ieri mattina hanno incontrato il giudice fallimentare Flavio Conciatori. Al giudice le istituzioni, hanno rappresentato le preoccupazioni per il futuro dei lavoratori – quelli che aspettano di vedere prorogata la cassa integrazione, circa 390, e gli 85 attualmente impiegati nella newco di Massi & Proietti – e per la sorte del polo produttivo del carbonio.

«Concordiamo tutti sulla necessità di salvaguardare la produzione e tutelare i diritti dei lavoratori», ha commentato Catarra al termine dell’incontro, «e questo si traduce nella volontà, nel rispetto di tutte le procedure in corso, di cercare le soluzioni che garantiscano questi risultati. Ma è prematuro ipotizzarle in questa fase tanto che abbiamo deciso di rivederci tutti a breve dal giudice Conciatori al quale va il rispetto e la stima delle istituzioni per il profilo umano e professionale e la collaborazione manifestata». Di più il presidente non dice.

Ma pare ormai chiaro che l’orientamento sia a considerare nulla la vendita a Proietti: non si è ancora perfezionata in quanto “con riserva”, senza contare che non è stata versata l’intera somma pattuita, 5 milioni di euro. Il tribunale, per salvaguardare l’attività produttiva a questo punto ha due strade. Quella di puntare sulla “continuità” degli atti adottati dall’amministrazione straordinaria e quindi riproporre la vendita a Proietti e farla perfezionare. Questo consentirebbe di tutelare tutti i lavoratori, anche gli 11 ex dipendenti della Atr srl che, perchè sono meno di 15, non potrebbero accedere nè alla cassa integrazione straordinaria nè alla mobilità ma solo a un breve periodo di cassa integrazione in deroga. L’alternativa sarebbe la “discontinuità”: si mette una pietra sopra alla vendita a Proietti e per il momento si procede all’affitto dei capannoni, all’imprenditore campano o a chi si farà avanti. Allo stato pare questa la strada più probabile. Quasi certa, infine, la sorte dell’Atr Composites, il cui fallimento non è stato sancito dalla Cassazione perchè i due curatori, Mauro Di Dalmazio e Gianfranco Magrini hanno presentato ricorso solo contro il decreto che ammetteva l’Atr all’amministrazione straordinaria. La Composites probabilmente sarà dichiarata fallita quasi automaticamente: le quote societarie sono detenute dall’Atr srl, che a sua volta è fallita.

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