Aumentano i migranti accolti a Teramo: saliranno a 800 nel 2016

Il prossimo anno sono previsti nuovi arrivi nei centri di prima accoglienza. Apre un’altra struttura a Rocca Santa Maria, alcuni hanno trovato lavoro

TERAMO. E' un titolo provocatorio quello scelto dall'associazione Giovani psicologi d'Abruzzo per la tavola rotonda "Emergenza immigrazione in Regione" organizzata ieri nella sala San Carlo. Ha spiegato infatti il presidente dell'associazione Alessio Sangiuliano: «Non volevamo creare timori, ci interessava diffondere aspetti poco conosciuti del fenomeno in primo luogo fra i colleghi, che spesso considerano la questione non di proprio interesse. Al contrario l'integrazione si basa sulla relazione e sono proprio gli psicologi i professionisti atti a gestire questo aspetto. E in questo momento ce n'è un gran bisogno, perché sul territorio non ce ne sono molti ».

Tuttavia i dati, diffusi dal dirigente della prefettura Alberto Di Gaetano, raccontano di un aumento di arrivi nel Teramano: se pochi giorni fa nelle 17 strutture di prima accoglienza sparse sulla provincia si registravano 502 immigrati, attualmente il numero è salito a 525 ed è previsto un ulteriore incremento di 15 persone nelle prossime ore. Ma per il 2016 il numero potrebbe arrivare ad 800. E questo solo per la prima accoglienza. In realtà i migranti presenti sul territorio sono di più considerando anche i centri di seconda accoglienza, gli Sprar, gestiti in provincia tramite la cooperativa sociale Domus caritatis. Così spiega la situazione Viky Bottone, direttore della cooperativa per Abruzzo e Marche: «Abbiamo 100 accolti a Teramo e sono maschi adulti; a Roseto ci sono altre 50 persone, nuclei familiari, e altri 60 migranti risiedono a Campli. A breve inoltre verrà creato un ulteriore centro a Rocca Santa Maria».

Bottone chiarisce la differenza tra prima e seconda accoglienza: «Le persone che sbarcano sulle nostre coste vengono indirizzati nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, regolati dalla prefettura, che hanno la funzione di prima accoglienza, e qui avviene il primo screening culturale e sanitario dei migranti. I meritevoli e coloro che hanno diritto a rimanere vengono poi mandati nei centri di seconda accoglienza, gli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di competenza del Comune e organizzati in maniera differente».

Infatti, mentre i Cas prevedono l'accoglienza in una struttura collettiva, gli Sprar sono organizzati in appartamenti perché l'obiettivo è l'integrazione. Bottone continua: «Andiamo oltre l'assistenzialismo e offriamo alfabetizzazione e formazione per il lavoro. A Campli di recente alcuni migranti sono stati impiegati in lavori socialmente utili, un paio li abbiamo assunti in cooperativa, perché parlano tre lingue».

E durante la tavola rotonda è emersa proprio la necessità di personale qualificato, soprattutto di mediatori culturali: «Non ci si può inventare operatori dell'accoglienza, gli Sprar hanno bisogno di professionisti » ha sottolineato Maura Laureti del servizio centrale Sprar.

Emanuela Michini

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