Bambino sparito, arrestati i genitori

22 Luglio 2011

La madre dice che è morto, ricerche in corso sulle montagne tra Ascoli e Teramo

ASCOLI. L'unica certezza è che il piccolo J. è scomparso. Le ricerche del bimbo di due mesi proseguiranno anche oggi fra le montagne al confine fra Ascoli e Teramo. Intanto si spera che i genitori, entrambi in carcere da ieri mattina all'alba, rinsaviscano e dicano finalmente la verità. La storia che vede protagonista la coppia di giovani originari della provincia di Teramo - la madre K.R. 25enne di Giulianova e D.P., 30 anni di Nereto - ma residenti a Folignano e, suo malgrado, il terzo figlio, è iniziata sabato scorso. I servizi sociali del Comune seguivano la coppia, che si è sposata recentemente, il 26 giugno, già da tempo. Non a caso i primi due figli - una femminuccia di 3 anni e un maschietto di 5 - erano stati dati in affidamento. Ultimanente i vicini di casa avevano segnalato ai servizi sociali di non sentir più piangere il neonato. Da qui i controlli a casa e i primi interrogatori ai due.

LA PRIMA VERSIONE. In un primo momento entrambi avrebbero detto di averlo nascosto per timore di vedersi sottrarre anche lui. Ma non hanno voluto rivelare a chi fosse stato affidato. Le prime indagini hanno portato a controllare i familiari, quindi le case dei nonni paterni a Nereto e quelli materni a Giulianova. Inutilmente.

LA SECONDA VERSIONE. Nei racconti dei due genitori spesso ci sono state contraddizioni e ritrattazioni. Fino a quando, mercoledì sera, K.R. ha detto che il piccolo J. è morto. Ha raccontato che gli stava facendo il bagno e che è caduta insieme a lui. Il piccolo sarebbe morto sul colpo. Poi, sempre secondo la madre, avrebbero nascosto il corpicino in montagna. Prima ha detto di averlo lasciato sul ciglio della strada, poi hanno detto di averlo sepolto sotto un albero. A Castel Trosino, vicino Valle Castellana.

L'ARRESTO. I genitori ovviamente venivano tenuti sotto controllo dal momento della denuncia di scomparsa di J. dai carabinieri del comando provinciale di Ascoli diretti dal colonnello Alessandro Patrizio. La coppia era costantemente seguita e oggetto di intercettazioni ambientali e telefoniche. Tant'è che mercoledì pomeriggio prima di essere portati in caserma, sono stati rintracciati a Nereto, vicino casa di parenti. La donna aveva in auto una valigia con i propri vestiti. La supposizione che volesse fuggire è confermata anche dalle intercettazioni. Da qui il provvedimento di fermo per entrambi, disposto dal sostituto procuratore di Ascoli Carmine Pirozzoli, che per tutta la notte ha interrogato moglie e marito nella caserma del comando provinciale dei carabinieri. Le imputazioni sono maltrattamenti in famiglia, abbandono di minore e occultamento di cadavere. K.R. é stata rinchiusa nel carcere di Teramo, il marito, che è operaio in una frabbrica di caci dell'Ascolano, a Marino del Tronto, in attesa della convalida dell'arresto.

LE INTERCETTAZIONI. Agghiacciante il contenuto di alcune intercettazioni. In un dialogo captato da una"pulce" piazzata nella vettura, i due commenterebbero: «Finalmente ce ne siamo sbarazzati, siamo davvero due menti criminali». La donna, poi, aggiungerebbe: «Adesso io scrivo una lettera in cui fingo di ammazzarmi e invece scappo in Svizzera». Qui vive un fratellatro della donna. L'avvocato dei due, Francesco Ciabattoni, non ha ancora preso visione degli atti e dunque non conferma al momento il contenuto delle intercettazioni. Quel «ce ne siamo sbarazzati» potrebbe essere anche interpretato come l'essersi liberati del bambino affidandolo a qualcuno. Più improbabile invece, per gli investigatori, che il piccolo sia stato venduto.

LE RICERCHE. Ieri la zona di Castel Trosino è stata battuta palmo a palmo. Le ricerche sono condotte dai carabinieri di Ascoli, coordinati dal comandannte nel nucleo oeprativo e radiomobile Nino De Luca, supportati da vigili del fuoco esperti nei ritrovamenti in boscaglia. Le ricerche oggi continueranno, con l'ausilio di cani e di attrezzature particolari. Ieri a Castel Trosino ha supportato le ricerche anche l'anatomopatologo Claudio Cacaci.

GLI ALTRI FIGLI. L'altroieri il Tribunale dei minori di Ancona aveva sottratto alla patria potestà dei genitori anche il piccolo J., dopo analogo provvedimento per gli altri due bambini della coppia. Il maschio é rimasto praticamente invalido dopo essere scivolato nella vasca mentre la mamma gli faceva il bagnetto (la versione é della donna); la bambina sarebbe nata con un problema congenito (una stenosi ipertrofica del piloro) che in pratica le impediva di mangiare. La bimba era denutrita e per questo, secondo l'avvocato Ciabattoni, era stata portata dai genitori da pediatri e nutrizionisti. Era stata operata nell'ospedale pediatrico Salesi di Ancona e poi tolta ai genitori. Sulla vicenda erano state aperte due inchieste, archiviate su richiesta dello stesso pm: non erano emerse responsabilità della coppia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA