Bancarotta, due anni a Panichi

Condannato per il crac dell'azienda di abbigliamento di Tortoreto

TERAMO. Il noto imprenditore di Tortoreto Patrizio Panichi, 48 anni, patron del premio "Teramo che lavora", è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta dal tribunale di Teramo (presidente Spinosa, a latere Ramundo e Canosa). Insieme a lui è stato condannato a tre anni con la stessa accusa Enrico Lai, di Napoli, all'epoca della bancarotta amministratore di diritto della società di fatto facente capo a Panichi.

Panichi (difeso da Fabio Meco) e Lai (difeso da Gabriele Rapali e Alessia Moscardelli) sono finiti a processo per la vicenda della T-Shirt Srl, l'azienda fantasma attraverso la quale Panichi, secondo l'accusa, avrebbe tentato di salvare la sua creatura prediletta, la Texil di Tortoreto, andata in crisi di liquidità per l'improvvisa contrazione delle commesse che le arrivavano da grossi marchi di abbigliamento. La T-Shirt era una società parallela alla Texil e serviva, a giudizio della procura, per far sparire i debiti accumulati dalla consorella. Per questo la sede legale era stata trasferita a Napoli e il legale rappresentante era diventato Lai, un conoscente di Panichi che mai si era occupato di amministrazione né di produzione alla Texil.

Quando la T-Shirt è fallita, il curatore fallimentare si è accorto che qualcosa non quadrava e gli inquirenti, indagando, hanno capito che l'amministratore di fatto era Panichi. Quest'ultimo ieri in aula ha tentato un'ultima appassionata autodifesa, rendendo dichiarazioni spontanee e dicendo in sostanza: «Ho cercato di salvare i miei dipendenti». Non è bastato, anche se tutto sommato agli imputati non è andata così male. I capi d'imputazione che venivano contestati erano sei, Panichi e Lai sono stati assolti per quattro. La condanna è arrivata per gli altri due capi ed ha avuto dimensioni sorprendenti, almeno se confrontata con le richieste dell'accusa (che erano state: tre anni per Panichi, assoluzione per Lai). Lai, a quanto pare, ha avuto più di Panichi perché già un'altra volta, nel Napoletano, era stato coinvolto nel fallimento di un'azienda. (d.v.)

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