Verrocchio: «Le tariffe in provincia devono restare basse come sono ora». Di Luca: «No all’Ato unico»

Battaglia per l'acqua pubblica

Il Pd invita la stampa alle sorgenti del Ruzzo e dice no alla privatizzazione

ISOLA DEL GRAN SASSO. La battaglia del Partito Democratico contro la privatizzazione dell'acqua ricomincia a 920 metri di quota, nel luogo in cui nasce la sorgente del Ruzzo "Il Mescatore". Il Ruzzo è l'acquedotto che da anni, attraverso 3500 km di condutture, disseta buona parte della popolazione della provincia.

È qui, all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso, che i vertici provinciali del Pd hanno voluto organizzare un incontro per esporre le iniziative da intraprendere e i disagi che l'eventuale privatizzazione porterebbe agli utenti teramani. Uno scenario insolito ma molto significativo, in cui gli esponenti provinciali e regionali del partito hanno ribadito il loro no alla privatizzazione di un bene e che dovrebbe rappresentare «un diritto universale per tutti i cittadini».

Un acquedotto, quello del Ruzzo, gestito da un consorzio pubblico formato da 40 Comuni e che, secondo il segretario provinciale Robert Verrocchio, «deve rimanere sotto il controllo degli enti locali attraverso una gestione in house». Questa «garantirebbe tariffe ridotte per gli utenti. Dove sono state effettuate le privatizzazioni», ha detto Verrocchio, «le tariffe sono aumentate e la qualità del servizio non è migliorata».  La campagna per il parlamentare Tommaso Ginoble è diventata una «battaglia di principio che si contrappone ad un centrodestra che mette in discussione i diritti fondamentali come l'acqua, l'istruzione e la sanità».

Battaglia che sarà portata sui banchi dal consigliere regionale Giuseppe Di Luca, che promette un forte ostruzionismo e ribadisce «un secco no ad un Ato unico che concentrerebbe le risorse solo in alcune zone ricche. Il Ruzzo fa interventi in luoghi in cui un privato non interverrebbe mai perché poco conveniente», ha continuato Di Luca, «e, nonostante una politica di abbassamento delle tariffe, reinveste nel territorio in cui opera». Territorio rappresentato, nell'occasione, da diversi sindaci, dal consigliere comunale teramano Manola Di Pasquale e dal capogruppo di minoranza in Provincia Ernino D'Agostino. 

Tra le proposte avanzate c'è la creazione di una conferenza di sindaci che possa esprimere pareri riguardanti tariffe e investimenti e il progetto di modificare la legge che non impone la gestione pubblica dell'acqua. Questa, secondo la Di Pasquale, deve diventare una regola e non l'eccezione. (p.c.)

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