Bloccate le ruspe del Lotto zero

Un cittadino mette automobili e trattori a difesa della sua proprietà

TERAMO. «Seppellitemi qui ma non mi sposto». Umberto Ricci, proprietario di uno dei terreni su cui passerà lo svincolo del Lotto zero alla Gammarana, ieri mattina ha bloccato così le ruspe della ditta incaricata dei lavori dal Comune. Ha piazzato due auto, due trattori e un motocarro Ape a difesa del confine della sua proprietà, impedendo il passaggio dei mezzi di cantiere.

Il Comune ha riavviato l'intervento dopo il blocco imposto dal Tar, sulla base di un ricorso presentato dal comitato di quartiere, che ha fermato il cantiere per sei mesi. Ricci però non molla e quando, ieri mattina, le ruspe si sono rimesse in moto ha formato una barricata con i propri mezzi. «Da qui non passate», ha detto agli addetti delle aziende appaltatrici, «non capisco perché dovete distruggere proprio il mio terreno quando avete tanto altro spazio disponibile».

Quell'area coltivata a erba medica, mais e frutteto per Ricci rappresenta un'eredità morale. È il terreno ereditato dal padre e dalle generazioni precedenti, ciò che resta degli antichi orti dell'Acquaviva. Lo svincolo del Lotto zero cancellerà queste tracce del passato, che il propietario dell'area difende a denti stretti.

«Nell'89 ci hanno espropriato due ettari di terra nella stessa zona», osserva, «nel frattempo mio padre è morto e non abbiamo ancora visto un soldo». All'Acquaviva, poco prima dell'ora di pranzo, sono arrivati anche agenti della Digos e della squadra volante della questura guidati da Roberto Di Benedetto. «Non ho ricevuto alcuna notifica dell'esproprio», ha detto Ricci ai poliziotti, «e i mezzi sono sul mio terreno».

Gli agenti, constatato che il blocco non causava intralcio alla viabilità ordinaria, hanno abbandonato il campo senza prendere alcun provvedimento. Per oggi le ditte appaltatrici hanno annunciato la ripresa dei lavori. Il 14 luglio, però, il Tar si pronuncerà sul secondo ricorso presentato dal comitato di quartiere per bloccare ancora l'opera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA