Bontempi, la cooperativa partirà a tutti i costi

Martinsicuro, i sindacati nicchiano ma la società inizierà a breve l’attività Saranno assunti 30 operai su 94 e parte della produzione si sposterà in Asia

MARTINSICURO. Da 15 giorni continua il presidio dei dipendenti davanti ai cancelli della Bontempi, famosa fabbrica di giocattoli musicali. Dipendenti che però si sono divisi; una parte continua il presidio fino a quanto non avranno certezze su che fine faranno, ed un’altra che ha sposato la strada della cooperativa.

La cooperativa, Industria Abruzzo Coop, ha presentato mercoledì scorso un piano industriale ai sindacati. Un piano che prevede il reintegro di 30 dipendenti per poi cercare di allargare l’organico. Nel plesso di Martinsicuro sono 94 i dipendenti attualmente in cassa integrazione straordinaria. Nel piano presentato ai sindacati sono illustrati anche i reparti dove rientreranno i 30 dipendenti: 6 allo stampaggio, 16 nell’assemblaggio, 5 nella logistica e 3 nei servizi vari. Cooperativa che ha già trovato l’accordo con la finanziaria che possiede i capannoni trovando l’accordo per l’affitto. Trovato l’accordo anche con i fornitori. Tutto pronto per iniziare a lavorare visto che la commerciale "I Com", creata dall’ex amministratore della Bontempi, e che intende rilevare il marchio Bontempi per spostare la produzione in Asia, tranne che per alcuni tipi di giocattoli che sarebbero realizzati a di Martinsicuro, è pronta a dare il lavoro alla cooperativa. Dopo aver presentato il piano ai sindacati i responsabili della coop attendono un ulteriore incontro, altrimenti continueranno spediti per la propria strada. Un gruppo di operai, circa il 40%, ha sposato l’idea della cooperativa.

«Non tutti i lavoratori dell’azienda partecipano al presidio», fanno sapere, «visto che questo stato di agitazione non è stato deciso in nessuna assemblea democratica. Un presidio cominciato per il volere di qualcuno e fatta passare per un’iniziativa di tutti. D’altronde nelfa sempre più rumore chi alza la voce rispetto a chi cerca di mediare e far riflettere, soprattutto, quando in ballo c’è il futuro di molte famiglie. Mercoledì scorso ci si è riuniti in assemblea in cui si è deciso solo di chiedere un incontro con il giudice di Macerata ma non si è parlato del piano presentato dalla cooperativa. Ad oggi di certo c’è solo la realtà della cooperativa. Siamo in circa 40 e non si sa chi rientrerà al lavoro, non certamente tutti. Abbiamo deciso di sposare questa linea perché, attualmente, è l’unica certezza per far ricominciare il lavoro nella speranza che questo aumenti ed altre maestranze possano rientrare in azienda. Quello che chiediamo è la possibilità di esprimersi, di dare voce anche ai favorevoli alla cooperativa perché alla fine lo scopo di tornare a lavorare, anche se in parte, è lo scopo di tutti». Un documento che dimostra la spaccatura fra le maestranze ma che in qualche modo sarà superata, visto che la cooperativa non intende perdere tempo in quanto le fiere del settore, come quella di Norimberga la più importante d’Europa, sono alle porte.

Sandro Di Stanislao

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