«Buco in bilancio da 30 milioni» Arrestato manager di Amadori

8 Ottobre 2023

Il dirigente aveva incarichi anche nella sede di Mosciano, era stato licenziato dopo verifiche interne È finito ai domiciliari con l’accusa di aver messo su un mercato parallelo sottraendo carne all’azienda 

MOSCIANO SANT’ANGELO. Una cifra da capogiro – la bellezza di 30 milioni di euro – sparita dai bilanci dell’Amadori. E un dirigente di alto livello, con incarichi anche nello stabilimento di Mosciano Sant’Angelo, finito agli arresti domiciliari perché accusato di aver messo in piedi un mercato parallelo sottraendo di nascosto carne dal colosso dell’industria alimentare.
È una vicenda che può avere enormi conseguenze – in campo giudiziario ma anche economico – quella che viene fuori dall’inchiesta degli inquirenti romagnoli. Che venerdì mattina hanno arrestato lo storico dirigente nella sede centrale di Cesena dell’Amadori. Il manager si trovava lì per chiedere spiegazioni sul licenziamento in tronco che aveva subìto solo pochi giorni prima.
L’inchiesta è partita infatti da un sospetto che ha cominciato a serpeggiare all’interno dell’azienda e che, poi, dopo verifiche interne, si è trasformato in una denuncia formale. Il dirigente è accusato infatti di aver messo in piedi una vera e propria organizzazione, con l’aiuto probabilmente di altri dipendenti, che ha sottratto grandi quantitativi di carne all’Amadori per rivenderla ai commercianti a prezzi scontati e senza pagare l’Iva. Questo, mentre ricopriva incarichi sia nello stabilimento di San Vittore, a Cesena, sia in quello distaccato di Mosciano, lungo il raccordo tra la Teramo-Mare e il casello dell’autostrada A14. Gli ammanchi all’inizio non sarebbero stati visibili tra i conti, in quanto solo gocce in quell’oceano che è un bilancio aziendale che solo nel 2022 ha riportato un fatturato di 1,7 miliardi di euro. Ma quando il buco si è allargato, allora è venuto a galla. E con lui sono finite nei guai anche altre persone, sia interne che esterne all’azienda. Ma gli inquirenti si celano dietro a uno stretto riserbo, visto che l’inchiesta sarebbe soltanto all’inizio.
A parlare, però, è la stessa Amadori. «In merito alle notizie apparse, l’azienda ha appreso dalla stampa dell’arresto che è stato effettuato e ribadisce la propria posizione di parte lesa e offesa sull’intera vicenda», si legge in una nota, che continua: «L’azienda aveva già avviato da tempo una verifica interna, tuttora in corso, che aveva portato la scorsa settimana all’interruzione del rapporto con il collaboratore. Al contempo, l’azienda conferma il suo pieno supporto alla Procura della Repubblica, perché venga fatta immediata chiarezza e piena luce sulle condotte che sembrano emergere dalle indagini».
Poi ancora l’Amadori: «L’azienda rileva che, dalle prime verifiche interne e con riserva di ulteriori approfondimenti tuttora in corso, il danno stimato ad oggi per Amadori sarebbe sensibilmente inferiore rispetto a quanto riportato sugli organi di stampa». (l.t.)
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