Campli, uccide il figlio malato di mente

Gli ha sparato una prima fucilata al torace mentre dormiva a letto. Poi la vittima, il figlio, ha cercato di ripararsi e lui, il padre, lo ha centrato di nuovo al volto ammazzandolo. E' finita così in tragedia nelle campagne vicino Campli, nel teramano, l'ennesima storia di "ordinaria follia" familiare.

Un padre, Vincenzo Raimondo, agricoltore di 77 anni di origini palermitane, ha ucciso il figlio 37enne, Giuseppe. Non ci sono riferimenti a recenti liti tra i due, anche se si ritiene che il padre abbia agito in preda a un raptus di rabbia e disperazione. Giuseppe soffriva di disturbi psichici e in questi giorni non si era recato al lavoro (faceva la guardia municipale) per malattia: era in trattamento da uno psichiatra, dopo un recente trattamento sanitario obbligatorio.

L'uomo, che dal momento della tragedia non ha proferito parola, è ascoltato dal magistrato che coordina le indagini sul delitto, il sostituto procuratore Davide Rosati. I carabinieri hanno rintracciato il pensionato che vagava per le strade del centro del paese e lo hanno arrestato. Raimondo è in stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato.

Secondo una ricostruzione fatta grazie alle testimonianze della moglie dell'uomo e madre della vittima, e del figlio minore presenti in casa al momento del delitto, il pensionato avrebbe sparato contro il figlio che dormiva nel suo letto, due colpi di fucile Beretta, calibro 12 sovrapposto, detenuto irregolarmente a Campli ma regolarmente denunciato a Castelbuono di Palermo dove l'uomo risulta residente. La salma del figlio è stata portata all'obitorio del vicino cimitero comunale.