Cassa integrazione per 4mila teramani

All’inizio dell’anno è più che raddoppiata, scende invece nel resto d’Abruzzo

TERAMO. La crisi sta lentamente regredendo in Abruzzo, tranne che a Teramo. La Uil snocciola dati quantomeno preoccupanti secondo cui Teramo è l’unica provincia che non ha agganciato la piccola ripresa in corso: a gennaio la cassa integrazione è aumentata del 72,5%.
«Secondo dati Inps sulle ore di cassa integrazione autorizzata a gennaio 2010 rispetto a dicembre 2009, la provincia di Teramo ha il 7º dato peggiore a livello nazionale, con un incremento del 72.5% complessivo tra cassa integrazione ordinaria (Cig) e straordinaria (Cigs)», esordisce il segretario provinciale della Uil Gianluca Di Girolamo.

I DATI. Il sindacalista fa notare che, sempre nel periodo preso a riferimento, in generale in Abruzzo si registra un calo del 24,10% delle ore di cassa integrazione e tutte le altre province evidenziano una netta riduzione del ricorso al principale degli ammorizzatori sociali. Anche il raffronto fra gennaio 2010 e lo stesso mese del 2009 viene definito «desolante», con un altro primato negatico del Teramano, che fa registrare un incremento del 51,2%, seguita dalla provincia di Pescara (+ 40,7%), a differenza della provincia di Chieti (- 16%), L’Aquila (-50,4%). Indicativo il dato complessivo regionale, che fa registrare una riduzione del 14,6%. Da una stima della Uil i lavoratori in cassa integrazione in provincia di Teramo sono passati dai 2.295 di dicembre 2009 ai 3.960 di gennaio 2010, con un incremento di 1.665 unità.

L’INDENNITA’. La prima analisi di Di Girolamo riguarda i lavoratori. «Per rilanciare l’economia interna e non deprimere ulteriormente i consumi, occorre che a livello centrale ci sia un aumento del sussidio mensile di cassa integrazione. Inoltre sono necessarie politiche attive del lavoro a 360 gradi e in particolare per quei settori e lavoratori colpiti fortemente dalla crisi, percorrendo con forza lo strumento della formazione», osserva.

LA REGIONE. C’è poi tutta la partita di sostegni che dovrebbe svolgersi a livello più locale. «E’ urgente l’avvio di una nuova fase della politica che veda una forte correlazione tra la Regione Abruzzo e la Provincia di Teramo, per creare con efficacia un tavolo di analisi ed intervento che diventi riferimento per le crisi aziendali e settoriali, in raccordo con la task-force regionale (ad oggi solo sulla carta), per evitare che il protrarsi della crisi economica distrugga altri posti di lavoro. E’ di fondamentale importanza evitare iniziative istituzionali di ordine sparso dettate dalla paura del futuro, senza scelte razionali di politica industriale e un vero progetto armonico di rilancio dell’Abruzzo che abbia un’attenzione particolare alla provincia di Teramo, quella attualmente più colpita dalla crisi».
Di Girolamo ricorda il protocollo Val Vibrata-Val Tronto, per il rilancio industriale della zona, ancora congelato, ma anche i fondi Fas ancora bloccati e il Master plan, di cui viene sollecitata l’attuazione di una prima tranche.

LA PROVINCIA. «A livello provinciale non è più rinviabile l’attuazione dell’accordo siglato dalla Regione con l’Abi per l’anticipazione ai lavoratori da parte delle banche della cassa integrazione. Accordo da mesi sbandierato dalle istituzioni, ma purtroppo ad oggi ancora non esecutivo».