Teramo

Castilenti, la denuncia di un papà: «Ignorata la piaga dei cinghiali e tagli ai servizi sanitari: mio figlio poteva morire»

27 Luglio 2025

Incidente a Castilenti, parla il papà del ragazzo ferito: «Nessun freno serio ai selvatici, che dilagano. E il primo soccorso l’ho portato io con un mio amico rianimatore»

TERAMO. «Ho soccorso io prima di tutti mio figlio. Stavamo percorrendo casualmente la stessa strada, entrambi verso casa ma da direzioni opposte, e trovarlo per terra, sulla carreggiata, vicino alla sua moto incidentata, è stata la cosa più dolorosa che potesse capitarmi. L’ho raccolto e ho cercato di aiutarlo a respirare, poi ho allertato l’ambulanza e un mio vicino di casa che di professione fa il rianimatore, arrivato in pochi minuti». La voce è ancora tremante e c’è la paura negli occhi di un padre, Ettore Lupinetti, che non dimenticherà mai la tarda serata di venerdì scorso quando, mentre rientrava a casa nella frazione di Villa San Romualdo, sulla strada provinciale 31, si è trovato davanti la scena dell’incidente provocato da un violento urto della motocicletta guidata da suo figlio ventenne contro un cinghiale che attraversava la strada. Lupinetti da quel giorno non lascia mai l’ospedale Mazzini di Teramo, dove il giovane è stato ricoverato in prognosi riservata a causa dei traumi riportati nell’impatto, ma la voce si fa più chiara e distesa quando i medici gli comunicano che il ragazzo sta meglio. Accenna un sospiro dopo giorni e notti di preoccupazione e paura, ma è forte in lui il desiderio di lanciare un appello alle istituzioni per porre un rimedio all’emergenza cinghiali, che sta diventando un grosso pericolo per l’incolumità e la sicurezza dei cittadini, soprattutto sulle strade. «La zona dove viviamo è piena di cinghiali», racconta, «sulla provinciale 31 la sera si incontrano branchi numerosi e a Villa San Romualdo arrivano persino dinanzi alle case. Abbiamo più volte segnalato il problema al Comune, ma non è stato adottato nessun provvedimento. Questa è un’emergenza seria ed è ora che la Regione assuma provvedimenti efficaci e riveda le modalità con cui gli Ambiti di caccia assegnano le squadre di cacciatori alle diverse zone del territorio, altrimenti si rischia che il selecontrollo non adempia alle finalità che gli sono state poste».

Lupinetti pone, poi, l’accento sulla gestione sanitaria delle emergenze nelle aree interne. «A soccorrere mio figlio sono arrivate prima un’ambulanza con tre volontari, poi quella del 118 di Atri con tre infermieri che l’hanno preso in carico, ma l’automedica con a bordo il medico ha raggiunto l’ambulanza solo a Castelnuovo, quando da Castilenti troppa ne aveva percorsa di strada», lamenta, e accusa: «Questo è un disservizio inaccettabile: non è possibile che nel soccorso a un codice rosso per un incidente grave con il ferito in piena emorragia non ci sia un medico disponibile nelle vicinanze e che debba arrivare da Teramo. In questi casi il primo soccorso effettuato da un esperto può salvare la vita e ringrazio Dio che per mio figlio è arrivato subito il mio amico rianimatore». E incalza: «Non si può tagliare i fondi alla sanità, in particolare nelle zone interne dove ci stanno tagliando tutti i servizi, in primis quelli sanitari di base».

Ettore Lupinetti conclude: «In questi drammatici momenti il mondo ti cade addosso e ti sembra di non avere più nulla, per questo chiedo alla Regione di intervenire celermente e in modo risolutivo perché quello che è accaduto a mio figlio non accada più».

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