Calcio

Il figlio di Totti si ritira dal calcio a 19 anni. L’anno scorso firmò per l’Avezzano, ma andò via dopo un mese

27 Luglio 2025

Cristian Totti, figlio di Francesco e di Ilary Blasi, ha deciso di chiudere la propria carriera da giocatore, senza però lasciare il calcio; lavorerà nella scuola calcio del padre. Prima di andare a Olbia la brevissima esperienza in Abruzzo (foto con il logo dell’Avezzano)

Cristian Totti ha deciso di chiudere con il calcio giocato a soli 19 anni. Il figlio d'arte di Francesco ha deciso infatti di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo per dedicarsi a una nuova avventura lavorativa, sempre all'interno del mondo del pallone da cui difficilmente si allontanerà. Chiuso col campo e gli allenamenti, infatti, è stato già annunciato il suo ingresso nella "Totti Soccer School", la scuola di calcio creata dal “Pupone” e dallo zio Riccardo. 

L’ultima esperienza è stata in Sardegna, con la maglia dell’Olbia in serie D. Poche apparizioni in campo, ma tanta pressione mediatica. Il ragazzo ha dovuto gronteggiare anche una grossa polemica sulla sua condizione fisica: c’era chi lo criticava per essere “raccomandato” e chi lo riteneva invece “troppo grasso” per poter giocare in un torneo impegnativo come quello di serie D.

“Non posso dire niente, ma confermo che mi ritiro. Non giocherò più a calcio”, ha confermato Totti junior a La Nuova Sardegna.

Il peso di un cognome può quindi diventare un fardello impossibile da sopportare, specie se quel cognome è Totti. Portare il nome di un papà così bravo, che ha fatto la storia del calcio italiano, può essere un ostacolo insormontabile. 

Il suo tecnico all’Olbia ed ex portiere della Roma, Marco Amelia, intervistato dalla nuova Sardegna dice: “Ho sempre creduto in lui. L’ho voluto perché era un giocatore dalle grandi capacità. Avrebbe avuto davanti una buonissima carriera da giocatore di Serie C e serie B. Essere il figlio di Totti ha inciso nelle valutazioni, c’era troppa pressione”.

Va ricordato che a luglio 2024 Cristian Totti firmò con l’Avezzano in serie D, ma ad agosto ci ripensò, condizionato probabilmente dai problemi economici della società e dalle vicissitudini giudiziarie del patron Pecorelli, e decise di vestire la maglia dell’Olbia sempre tra i dilettanti.