Cda Ruzzo, tutti i seggi vanno al Pdl

Il Pd si spacca e non ottiene nemmeno un posto nel Cda
TERAMO. Al Ruzzo finisce cinque a zero per il centrodestra. L'elezione del nuovo consiglio di amministrazione della società che gestisce la distribuzione dell'acqua in 36 comuni della provincia non lascia al centrosinistra neppure l'unico seggio che, per tacito accordo, viene attribuito alla minoranza. Sull'esito del voto, che ha chiuso l'assemblea dei sindaci riunita ieri, infuria la polemica. Il Pd grida all'occupazione militaresca, ma il Pdl incolpa il centrosinistra di non aver presentato una candidatura unanime per la vicepresidenza.
A guadagnarci è stata l'Udc che in extremis ha piazzato nel cda Ferdinando Martini, anestesista all'ospedale di Sant'Omero, residente a Mosciano e già candidato alle provinciali. L'altro dubbio, relativo alla quota Pdl per Teramo, è stato risolto in favore di Serafino Impaloni, ex consigliere comunale, rimasto fino all'ultimo in ballottaggio con l'ex assessore Corrado Robimarga.
Gli altri tre posti sono stati assegnati secondo le previsioni. La presidenza è andata a Claudio Strozzieri, avvocato di Controguerra vicino all'assessore regionale Paolo Gatti, e in consiglio ci saranno l'uscente Carlo Ciapanna e Dante Di Marco, coordinatore del Pdl a Roseto. Tutto di centrodestra anche il collegio dei revisori che sarà guidato da Ernesto Foglia, con Gabriele Cavacchioli e Paolo Lattanzi.
Al voto hanno partecipato solo tre sindaci del centrosinistra: Alessandro Di Giambattista di Montorio, Franco Tarquini di Tossicia e Giuseppe Di Bartolomeo di Colledara, che si sono astenuti. Insieme a Franchino Giovannelli di Alba, che però non è risultato tra i vontanti, avevano appoggiato senza successo la ricandidatura dell'uscente Giuseppe Cargini come rappresentante del Pd nel consiglio di amministrazione. Altri otto primi cittadini della stessa coalizione, guidati da Francesco Mastromauro di Giulianova, che avevano designato l'avvocato teramano Luigi Guerrieri, hanno abbandonato l'aula per protesta. Secondo loro, il Pdl avrebbe dovuto accogliere la loro indicazione in quanto maggioritaria nel centrosinistra. ‹‹E' stata scritta una pagina vergognosa››, sbotta Mastromauro, "questa non è democrazia, ma dittatura".
Il sindaco di Giulianova evidenzia che la scelta di Guerrieri era nel segno della professionalità e del rinnovamento. "Il centrodestra ha approfittato della situazione", insiste, "per cancellare la minoranza e interi territori dal cda".
Rincara la dose il segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio che definisce gravissimo il comportamento dei sindaci della sua coalizione non allineati sull'investitura di Guerrieri. "Dovranno rispondere dinanzi al partito e all'elettorato", minaccia, "che pretende chiarezza, trasparenza e discontinuità". Immediata la replica di Di Giambattista che taccia Verrocchio di dilettantismo: "Siamo contrari ai vecchi metodi della politica più bassa e becera. Il segretario ci ha convocati per condividere il nome del rappresentante Pd solo mezz'ora prima dell'assemblea".
Il Pdl respinge le accuse d'invasione del Ruzzo. "Eravamo pronti ad affidare la vicepresidenza al centrosinistra", evidenzia il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, "abbiamo aspettato fino all'ultimo ma erano spaccati: chi avremmo dovuto eleggere?". Il senatore Paolo Tancredi, coordinatore provinciale Pdl, sottolinea la compattezza della maggioranza ed esprime "vivo rammarico per la mancanza di unità del centrosinistra". Si tiene fuori dallo scontro Strozzieri che garantisce ‹‹massima trasparenza e legalità".
A guadagnarci è stata l'Udc che in extremis ha piazzato nel cda Ferdinando Martini, anestesista all'ospedale di Sant'Omero, residente a Mosciano e già candidato alle provinciali. L'altro dubbio, relativo alla quota Pdl per Teramo, è stato risolto in favore di Serafino Impaloni, ex consigliere comunale, rimasto fino all'ultimo in ballottaggio con l'ex assessore Corrado Robimarga.
Gli altri tre posti sono stati assegnati secondo le previsioni. La presidenza è andata a Claudio Strozzieri, avvocato di Controguerra vicino all'assessore regionale Paolo Gatti, e in consiglio ci saranno l'uscente Carlo Ciapanna e Dante Di Marco, coordinatore del Pdl a Roseto. Tutto di centrodestra anche il collegio dei revisori che sarà guidato da Ernesto Foglia, con Gabriele Cavacchioli e Paolo Lattanzi.
Al voto hanno partecipato solo tre sindaci del centrosinistra: Alessandro Di Giambattista di Montorio, Franco Tarquini di Tossicia e Giuseppe Di Bartolomeo di Colledara, che si sono astenuti. Insieme a Franchino Giovannelli di Alba, che però non è risultato tra i vontanti, avevano appoggiato senza successo la ricandidatura dell'uscente Giuseppe Cargini come rappresentante del Pd nel consiglio di amministrazione. Altri otto primi cittadini della stessa coalizione, guidati da Francesco Mastromauro di Giulianova, che avevano designato l'avvocato teramano Luigi Guerrieri, hanno abbandonato l'aula per protesta. Secondo loro, il Pdl avrebbe dovuto accogliere la loro indicazione in quanto maggioritaria nel centrosinistra. ‹‹E' stata scritta una pagina vergognosa››, sbotta Mastromauro, "questa non è democrazia, ma dittatura".
Il sindaco di Giulianova evidenzia che la scelta di Guerrieri era nel segno della professionalità e del rinnovamento. "Il centrodestra ha approfittato della situazione", insiste, "per cancellare la minoranza e interi territori dal cda".
Rincara la dose il segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio che definisce gravissimo il comportamento dei sindaci della sua coalizione non allineati sull'investitura di Guerrieri. "Dovranno rispondere dinanzi al partito e all'elettorato", minaccia, "che pretende chiarezza, trasparenza e discontinuità". Immediata la replica di Di Giambattista che taccia Verrocchio di dilettantismo: "Siamo contrari ai vecchi metodi della politica più bassa e becera. Il segretario ci ha convocati per condividere il nome del rappresentante Pd solo mezz'ora prima dell'assemblea".
Il Pdl respinge le accuse d'invasione del Ruzzo. "Eravamo pronti ad affidare la vicepresidenza al centrosinistra", evidenzia il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, "abbiamo aspettato fino all'ultimo ma erano spaccati: chi avremmo dovuto eleggere?". Il senatore Paolo Tancredi, coordinatore provinciale Pdl, sottolinea la compattezza della maggioranza ed esprime "vivo rammarico per la mancanza di unità del centrosinistra". Si tiene fuori dallo scontro Strozzieri che garantisce ‹‹massima trasparenza e legalità".
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