Chiuso per le intossicazioni

Oltre cento malori, la Asl vieta il ristorante sott'accusa

TERAMO. La Asl chiude il ristorante degli intossicati. Ieri, su indicazione del servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, l'azienda sanitaria ha notificato il provvedimento ai titolari. Il locale di Roseto resterà chiuso fin quando non saranno conclusi gli esami in corso per conoscere la causa della maxi intossicazione che ha coinvolto più di cento turisti, di cui venti ricoverati. Secondo alcuni pazienti la vera "responsabile" delle decine di casi di intossicazione alimentare registrati all'ospedale di Giulianova e Teramo tra ieri e domenica sarebbe stata un'insalata di mare con del pesce evidentemente scaduto o mal conservato.

GLI INTOSSICATI. A raccontarlo sono alcuni dei ricoverati in ospedale dopo aver mangiato, domenica a pranzo, nello stesso ristorante self service di un residence di Roseto. Non si tratta solo di turisti ma anche di persone della zona o arrivate dai paesi dell'interno per trascorrere una giornata al mare. Il self service si trova infatti nei pressi del lungomare ed è molto frequentato, soprattutto nei week end per la pausa pranzo di chi si trova in spiaggia.

E così domenica, dopo aver mangiato la stesso piatto incriminato, tutti hanno accusato gli stessi sintomi, cioè vomito, diarrea, nausea e febbre alta e si sono riversati in massa nelle guardie mediche e nei pronto soccorso degli ospedali per farsi visitare. Per molti di loro è stato sufficiente un trattamento a base di farmaci anti dissenteria e reintegrazione di liquidi mentre per alcuni è stato necessario il ricovero.

Ad essere stati trattenuti in ospedale sono state 4 persone a Giulianova e circa 15 a Teramo, dove ieri è cresciuto anche il numero dei bambini ricoverati in pediatria passati da 4 a 9. Diverse persone risultavano ieri ancora ricoverate nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Teramo per sospetti casi di salmonella che non sono stati però ancora confermati dalla Asl.

«Ero al mare con un amico», racconta un giovane ricoverato a Teramo, «a pranzo siamo andati in questo self service: io ho preso l'insalata di mare e lui una frittura di pesce; dopo alcune ore ho iniziato a sentirmi male mentre a lui non è successo niente. Sono andato dal mio medico il lunedì mattina e lì c'erano già state altre decine di persone con gli stessi sintomi».

Le conseguenze del pranzo di domenica si sono verificate a distanza di alcune ore e la maggior parte dei colpiti dall'intossicazione ha letteralmente preso d'assalto le postazioni della guardia medica e i pronto soccorso solo lunedì, mobilitando tutto il personale a disposizione.

I PROPRIETARI. I più sorpresi dall'episodio sembrano proprio i proprietari del residence rosetano. «In cinque anni di attività», spiega il proprietario della struttura, «abbiamo gestito qualcosa come centomila pasti, oltre all'emergenza terremoto. Tutto è stato condotto sempre alla stessa maniera: gestione interna, stessi fornitori e medesime metodi nella preparazione dei cibi. Per questo motivo non riusciamo proprio a comprendere come si sia potuta verificare una situazione del genere soprattutto perché siamo in presenza di procedure più che collaudate».

Gli stessi titolari sono in attesa dell'esito delle analisi avviate dalle autorità preposte proprio per capire quale sia stato, l'anello debole della catena, cioè cosa possa avere intossicato i clienti del residence. L'indagine in tal senso sembra più complicata del previsto, in quanto molte delle pietanze presenti domenica sui banconi del ristorante sono state consumate completamente, pertanto non è stato possibile analizzarle. I primi risultati dovrebbero esserci tra qualche giorno. (Hanno collaborato Federico Centola e Barbara Gambacorta)

© RIPRODUZIONE RISERVATA