Coleotteri, locuste, larve e formiche nei menu di cento Paesi

«Almeno 2 miliardi di persone mangiano regolarmente insetti. Sono un’ottima fonte di proteine, acidi grassi polinsaturi, minerali, vitamine e fibre, ma fino ad ora nessuno li aveva confrontati in termini di attività antiossidante con cibi funzionali classici come l’olio d’oliva o il succo d’arancia», fa notare il professor Mauro Serafini. Sono poco meno di duemila, secondo la Fao, le specie di insetto edibili, cioè commestibili, in quasi cento Paesi. I più mangiati al mondo sono i coleotteri di tutti i tipi. In Africa si preferiscono le locuste, mentre in Asia vanno per la maggiore le cimici d’acqua. Molte le particolarità della cucina a base di insetti. La Cina, ad esempio ha chiesto il riconoscimento di “patrimonio culturale dell’umanità” per i tradizionali fritti a base di formiche e scorpioni, oltre ai bachi da seta e agli scarafaggi marinati. In Thailandia larve, millepiedi, formiche rosse, scorpioni, farfalle si impiegano in cucina sia per gli snack salati che per i dolci. In Giappone, sulle montagne, le larve di vespa bollite sono considerate “delicatessen”, così come le larve di molti insetti acquatici.
In Africa le termiti alate fritte e mescolate alla pasta del pane sono molto apprezzate in alcune zone. In America latina oltre alle cavallette arrosto, in Messico piace particolarmente il "caviale di insetti", uova di formiche raccolte da radici di piante di agave bollite o fritte nel burro, da mangiare sia nei tacos, sia con le tortillas. Infine in Nuova Zelanda mangiano larve di cerambicidi che si trovano scavando nel legno marcio degli alberi, sia crude che saltate in padella.