Crisi, perse altre 203 imprese artigiane

La Cna: emorragia nell’edilizia e manifatturiero. «Ma la Regione non interviene con misure a sostegno delle aziende»

TERAMO. «La tempesta continua». Così esordisce Gloriano Lanciotti, direttore della Cna nel definire la situazione delle piccole imprese teramane. Delle 9.483 imprese artigiane esistenti in provincia, 203 sono sparite, inghiottite dalla crisi. Tra i settori più colpiti in provincia le costruzioni (-130 imprese) e il manifatturiero (- 46). «Però anche l'agricoltura, commercio, trasporti, agenzie immobiliari hanno avuto un brusco arresto», sottolinea Lanciotti che cita come unico dato positivo il +0,8% dell’export, grazie anche alla vitalità di imprese , soprattutto pellettiere, associate in consorzi, fra cui spicca il Get export.

Ma il problema maggiore è rappresentato dalle difficoltà di accesso al credito. «Il credito abruzzese, infatti, ha subito una restrizione di 130 milioni di euro, realizzando il peggior risultato degli ultimi dieci anni e le imprese sono state quelle che hanno subito la riduzione maggiore, pari a 108 milioni di euro, a fronte di una diminuzione alle famiglie consumatrici di 22 milioni. Dal punto di vista territoriale, segno positivo per la sola provincia di Chieti (+0,60%), mentre tutte le altre hanno subito un segno negativo: Pescara (-1,24%), Teramo (-1%), L'Aquila (-0,58%)». L’excursus continua con i dati sulla disoccupazione e sul ricorso agli ammortizzatori sociali, che vede Teramo con un primato negativo, «ad esempio per la cassa integrazione straordinaria, con 6.135.827 ore e le previsioni per l'anno appena giunto non sembrano migliori». Secondo un’indagine commissionata dalla Cna al Censis, infatti, nel 2013 si prevede un perdurare della crisi soprattutto per le realtà di piccole e piccolissime dimensioni.

«Le performance sconfortanti e gli scenari di questo nuovo anno», incalza Lanciotti, «non possono essere imputate solo alla crisi, ma anche a cause strutturali del sistema Paese e anche l'attuale amministrazione regionale non può sentirsi esonerata dalle responsabilità. A livello abruzzese manca da troppo tempo una reale programmazione industriale, al fine di attrarre nuovi investimenti, per non parlare poi del dramma dell'accesso al credito per le piccole e medie imprese tanto che la Cna regionale, insieme a Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Claai, ha chiesto alla Regione di destinare subito almeno 24 milioni dei Fas per il sostegno alle imprese attraverso i confidi». Lanciotti ritiene «urgente» dare esecuzione agli investimenti previsti dalla Regione attraverso "Presto", il pacchetto regionale «che prevede tra le diverse azioni il sostegno alle cosiddette aree di crisi come la Val Vibrata, un territorio che forse più di altri sta accusando la crisi, per la quale la Regione di concerto con le parti sociali si era impegnata a investire in un piano di rilancio ma che ad oggi rimane solo sulla carta».

La Cna continua «a denunciare il lassismo di buona parte della classe politica regionale, ma saremo sempre pronti a condividere con tutte le istituzioni locali, percorsi per uscire da questo stallo economico e produttivo».

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