Da Teramo un brevetto contro le orecchie a sventola

Dispositivo per occhiali ideato da una commerciante teramana: lo acquisterà una multinazionale
TERAMO. Quando nell’aprile scorso si è vista arrivare a casa la lettera del ministero dello sviluppo economico che la informava di avere ricevuto il “brevetto per modello di utilità” per la sua piccola ma geniale invenzione – un supporto per correggere le “orecchie ad ansa”, più comunemente conosciute come “orecchie a sventola” – la signora Giuliana Franchi ha dovuto stropicciarsi gli occhi e rileggere due volte. È la storia di un sogno che si realizza, di un’intuizione frutto della creatività di un’adolescente che trova il coraggio di ricacciare quel sogno dal cassetto 30 anni dopo avercelo chiuso. Andiamo con ordine. Giuliana è una mamma 47enne di Teramo, vive a Villa Mosca con il marito e la figlia di 11 anni. È ex commerciante e scrittrice «di notte», come racconta, perché «è col buio che mi viene l’ispirazione»; ma soprattutto, è l’ideatrice di un dispositivo che corregge un piccolo difetto estetico: le orecchie ad ansa. Non ci aveva pensato mai nessuno; lei, che da ragazzina è stata ballerina di danza classica con il complesso delle orecchie a sventola «che mi sembrava di avere ogni volta che raccoglievo i capelli», una notte si svegliò con un’idea nella testa. E allora prese un foglio di carta e ci tracciò sopra una bozza del suo modellino. Aveva 12 anni.
Poi è arrivato il terremoto dell’Aquila. «Scattò qualcosa dentro di me. Pensai che la vita è adesso e che bisogna un po' giocarsela, mi è sembrato all'improvviso di avere ricevuto un dono, quello della creatività, perché non crederci?» Un mese dopo, il 6 maggio 2009, Giuliana ha fatto ciò che per anni non ha saputo concludere e ha bussato alla Camera di commercio di Teramo per registrare il brevetto, che poi è diventato “modello di utilità”. «Non sono un ingegnere, non l’ho fatto a scopo di lucro», racconta, «a me bastava mettere sulla parete di casa mia l’attestato del ministero». E invece c’è già un’azienda di rilievo internazionale interessata a realizzare il dispositivo e a metterlo in commercio. «Si tratta di un’idea partita da quello che era un mio complesso fisico, se qualcuno saprà realizzarla, il dispositivo potrà anche prevenire un disagio estetico che hanno in molti. Per esempio penso ai bambini che sono costretti a portare occhiali con una grossa montatura che alla lunga può davvero far diventare le orecchie ad ansa».
Intanto, questo piccolo dispositivo, potrebbe essere presto realtà e potremmo tra qualche tempo trovarlo in vendita in tutto il mondo. «Si tratta di un “oggetto” che ha la forma di una “V” in corsivo con due curvature», spiega Giuliana, « la prima abbraccia l'asticella, l'altra va dietro l'orecchio e le parte metallica, anima del dispositivo che tra l’altro funge da molla sorreggendo le due asticelle. Ed è totalmente nascosta dietro all'orecchio».
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