Denuncia riti satanici sui figli e finisce a processo per calunnia
La donna aveva accusato l’ex marito dopo la separazione, ma le indagini non hanno rivelato nulla E’ imputata anche di maltrattamenti sui due bambini ora affidati ad una casa famiglia
TERAMO. Un matrimonio finito tra mille incomprensioni, rapporti difficili, astio reciproco. Con i dissapori personali che ben presto si sarebbero trasformati in una triste e delicata vicenda umana, ancor prima che giudiziaria, dove ad essere travolti dalla bufera sarebbero stati innanzitutto i figli minori della coppia, diventati strumento per colpire il coniuge. O almeno questo è quanto emergerebbe dalle prime testimonianze di un processo che ieri mattina ha visto finire sul banco degli imputati una donna teramana di circa 50 anni, accusata di calunnia nei confronti dell’ex marito per averlo additato come un mostro, “reo” di aver permesso che il figlio, di 8 anni, venisse abusato e sottoposto a riti satanici e di aver abusato lui stesso del piccolo.
Accuse che non avrebbero mai trovato riscontro, con la donna finita a processo e accusata anche di maltrattamenti nei confronti dei figli (sia del bimbo che della sorellina). Minori che ad un certo punto le sarebbero stati tolti per essere affidati ad una casa famiglia. La vicenda che vede protagonista la donna risale al 2010 quando avrebbe presentato una prima denuncia accusando l’ex marito di aver portato più volte il figlio, in taxi, in alcuni appartamenti dove il bambino sarebbe stato molestato sessualmente nel corso di alcuni riti satanici. La donna avrebbe dato precise indicazioni sulle case in questione, additando come responsabili anche alcuni ragazzi ancora minorenni, e raccontando di come quei particolari gli fossero stati confidati proprio dal minore, facendo così scattare un fascicolo d’indagine a firma del pm Laura Colica. Indagini che però non avrebbero trovato alcuna conferma delle accuse lanciate dalla donna nei confronti dell’ex marito, con il fascicolo archiviato nonostante l’opposizione presentata dalla signora. Che però da accusatrice si è ritrovata accusata, finendo a processo per calunnia e maltrattamenti. Calunnia nei confronti dell’ex marito (rappresentato dall’avvocato Monia Terzilli) e di alcuni ragazzi, che si sono costituiti parte civile, e maltrattamenti nei confronti dei figli. Perché da quanto emerso nel corso delle indagini il clima familiare non sarebbe stato assolutamente sereno, con la donna che in più occasioni avrebbe avuto atteggiamenti aggressivi, almeno verbalmente, nei confronti dei suoi due bambini. Adesso le accuse messe nero su bianco dalla procura nei confronti della donna dovranno essere provate in aula, con il processo che ieri ha visto salire sul banco dei testimoni tre tassisti, un agente di polizia amico della donna e al quale l’imputata aveva raccontato dei presunti abusi subiti dal figlio, gli agenti di polizia giudiziaria che avevano svolto le indagini. Testimonianze dalle quali è emerso come tutti gli accertamenti effettuati su abusi e riti satanici avrebbero dato esito negativo.(al.mar.)