Discarica, affidamento illegittimo Il Cirsu: ma i lavori vanno avanti

Il Consiglio di Stato accoglie in parte il ricorso di Deco, che ora chiede il saldo del debito di 2,5 milioni Di Matteo ribatte: la sentenza non riconosce i danni, ricorreremo e non bloccheremo i programmi

GIULIANOVA. Discarica di Grasciano, il Consiglio di Stato accoglie in parte il ricorso presentato dalla Deco e dichiara l'illegittimità dell'affidamento dei lavori per la realizzazione del nuovo invaso, avvenuto nel 2012 in favore della Eco Macs di Notaresco, in quanto non vi sarebbe stato un regolare bando o avviso di gara. Se la società dei Di Zio esulta per la sentenza, Cirsu annuncia già un ricorso, evidenziando come siano state bocciate le richieste di Deco in merito al subentro e al risarcimento danni.

Nella sentenza del 30 aprile, i magistrati annullano gli atti relativi all'appalto affidato ad Eco Macs, dichiarano l'inefficacia del contratto fra Cirsu e la società di Notaresco, pur respingendo le altre richieste avanzate da Deco ed altre società ricorrenti quali Ecologica Sangro, Edilizia Di Biase e Cericola. «Secondo i giudici della massima autorità amministrativa, l’affidamento dei lavori è stato fatto in modo assolutamente illegittimo e contrario a fondamentali principi e regole che disciplinano l’affidamento dei lavori pubblici», dichiara la società presieduta da Valentina Di Zio, «Deco ricorda che questo illegittimo affidamento diretto, fu fatto da Cirsu allo lo scopo di acquisire la disponibilità di alcuni appezzamenti di terreno necessari per la realizzazione della nuova discarica di Grasciano che erano detenuti dalla Eco Macs srl. In altri termini, l’affidamento del lucroso appalto costituiva parte del corrispettivo concordato per la concessione dei terreni».

Secondo Deco, alla luce della sentenza, i lavori di scavo della discarica non potranno essere completati e, di conseguenza, la Eco Macs non potrà essere liquidata da Cirsu, che dovrebbe prima (entro agosto) pagare il debito di 2,5 milioni di euro nei confronti di Deco. Ma il presidente del consorzio, Angelo Di Matteo, sottolinea come la sentenza soddisfi Cirsu e non cambi nulla dei programmi societari. «Il Consiglio di Stato dice che i danni richiesti da Deco non ci sono stati, non accoglie il risarcimento e il subentro nella procedura», sostiene Di Matteo, «ci sono ampi margini di recupero per ricorrere contro la sentenza, e stiamo già operando in tal senso. Ma al momento non cambia nulla per Cirsu. Le richieste di Deco sono state respinte e i nostri programmi vanno avanti». Interpellato, Andrea Ziruolo, presidente Cirsu all'epoca dei fatti in esame, afferma come il consorzio abbia operato «nel pieno rispetto delle norme e delle regole e su indicazioni dei propri legali. Cirsu non hai fatto nulla con alla base procedimenti di illegittimità».

Infine, su un presunto aumento del debito Cirsu di 1.472.000 euro (in base a una relazione dei revisori dei conti del Comune di Roseto), Di Matteo ribatte che sono costi ambientali sostenuti dalla società, e non ulteriori perdite. «Il debito è solo quello di 2,5 milioni, già omologato dal tribunale di Teramo», conclude Di Matteo.

Sandro Petrongolo

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