Doppie firme alle elezioni regionali, 98 accusati

Avrebbero sottoscritto le liste di Chiodi e del suo avversario del centrosinistra

TERAMO. La procura chiude l'indagine sulle firme doppie per le elezioni. 98 gli indagati accusati di aver firmato più liste elettorali (di centrodestra e di centrosinistra) nelle regionali del 2008, quelle che hanno incoronato Chiodi governatore.

Le accuse contestate sono falso ideologico e violazione della legge elettorale. L'avviso di conclusione delle indagini è il primo punto fermo dell'inchiesta aperta nel 2009 dalla procura teramana dopo la segnalazione dell'ufficio elettorale dello stesso tribunale teramano. All'epoca furono proprio i funzionari dell'ufficio a segnalare, nel corso delle consuete operazioni di verifica, la presenza delle stesse firme su più liste.

Un malvezzo che accompagna tutte le competizioni elettorali: basti ricordare i recenti casi di Roma e Milano. L'inchiesta del sostituto procuratore Laura Colica ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di numerosi elettori firmatari, tutti teramani, ma anche di alcuni autentificatori delle stesse liste. Generalmente si tratta di consiglieri comunali e provinciali, oppure di funzionari della pubblica amministrazioni delegati dal sindaco a svolgere questo compito. Molti degli indagati, su loro richiesta, sono già stati ascoltati dal magistrato e per alcuni di loro potrebbe già profilarsi una richiesta di archiviazione. In alcuni casi, infatti, sembra che loro posizione sia già stata stralciata. Va prescisato che la violazione della legge elettorale è estinguibile con una oblazione. Nel corso delle indagini il pubblico ministero ha fatto eseguire numerose perizie grafiche.

Verifiche ritenute indispensabili dal magistrato in quanto molti indagati hanno detto di aver firmato una sola lista, facendo intendere così che l'autografo sull'altra lista fosse falso. Da qui, dunque, la necessità di ricorrere ad un esperto per fare chiarezza. E, in alcuni casi, le perizie hanno accertato che effettivamente le firme sono risultate falsificate. Proprio per questi episodi l avviso di garanzia è scattato anche per coloro che, in qualità di pubblici ufficiali incaricati di autentificare gli autografi, avrebbero commesso false attestazioni. Avrebbero cioè attestato la veridicità di quelle firme ma, evidentendente, dichiarando il falso visto che alcuni di quegli autografi messi in calce alle liste sono risultati manomessi.

Non è la prima volta che la procura teramana si trova a dover indagare sul fenomeno delle false firme per le liste elettorali. Già qualche anno fa, infatti, in tre, tra cui un ex consigliere comunale di Teramo, finirono sotto processo per falso per aver autenticato delle liste elettorali che al loro interno presentavano nomi di persone che avevano già firmato per la presentazione di altre liste. Questi fatti si riferivano alle regionali del 2000 e in questo caso le denunce partirono dai rappresentanti di altre liste, che segnalarono la presenza di identiche firme in più di una lista. Da qui, dunque, gli accertamenti e i successivi rapporti alla magistratura. Tutti e tre, al termine del processo, sono stati assolti perchè il fatto non costituisce reato.

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