Era sommerso dai debiti Salvato ex titolare di bar 

Un 49enne teramano per più di 15 anni ha cercato di pagare 170mila euro Poi ha fatto ricorso alla “legge anti-suicidi” e fra quattro anni uscirà dall’incubo

TERAMO. Un effetto domino, quello che ha travolto, dal punto di vista delle finanze, la vita di un 49enne teramano. E che l’ha portato a indebitarsi, via via con piccole somme – oltre a un mutuo per l’acquisto di una casa – che poi sono arrivate a superare i 170mila euro. Una spirale da cui era impossibile uscire nonostante il 49enne abbia un lavoro.
Così si è rivolto all’Adusbef e al suo delegato provinciale Berardo Di Ferdinando che ha redatto il piano per accedere alla cosiddetta “legge antisuicidi”. E così il 49enne, che si è giovato anche dell’assistenza del commercialista Gianni D’Alessandro, fra quattro anni potrà porre fine al suo incubo.
Tutto è iniziato con un bar, gestito a Teramo dal 2001 al 2006, con cui è iniziato l’indebitamento. La situazione non è migliorata con il lavoro successivo, agente di commercio in diversi settori. Il teramano ha fatto il possibile per pagare tutto il dovuto a dipendenti e fornitori, che sono stati tutti saldati, ma è stato costretto a prendere piccoli finanziamenti per esigenze familiari e a utilizzare il fido in conti correnti in una banca. Per alcuni anni l’ex imprenditore, che alla fine ha trovato un lavoro dipendente nel settore commerciale di un’azienda, ha tentato di coprire i debiti prendendo prestiti per ricoprire i “buchi” a rotazione.
Alla fine, essendo lo stipendio del 49enne fluttuante, in quanto soggetto a provvigioni, la soluzione è stata esaminare i flussi reddituali degli ultimi cinque anni, da cui è risultato che il debitore ha percepito in media 26.500 euro netti circa all’anno. A questa somma è stato detratto il minimo vitale – ha anche un figlio e una moglie da cui nel 2017 si è separato – di 18mila euro netti all’anno (1.500 al mese per 12 mesi), per cui è stata ottenuta una ipotetica disponibilità reddituale futura in favore della procedura pari ad euro 8.500,00 annui, ossia pari ad euro 34mila per un quadriennio. Una proposta accolta con decreto dal giudice delegato Ninetta D’Ignazio, che ha anche annullato il pignoramento del quinto dello stipendio. Alla fine dei quattro anni l’uomo si sarà liberato dalla situazione di sovraindebitamento.
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