Gran Sasso spa verso la chiusura

Debiti per due milioni: la Provincia vuole sopprimere la società proprietaria degli impianti sciistici
TERAMO. Troppe perdite nella gestione degli impianti sciistici di Prati di Tivo, la Provincia medita di sopprimere la società Gran Sasso Teramano. E’ l'ipotesi di cui si è discusso ieri mattina nel corso dell'assemblea della società, della quale la Provincia di Teramo è il socio di maggioranza, e che potrebbe diventare realtà nel caso in cui non dovessero essere trovate soluzioni ad una perdita di esercizio che si attesta sui 2 milioni di euro.
«Alle condizioni attuali non sembra abbia senso tenere in vita la società», dichiara il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, il quale ha annunciato che, vista la pesante condizione debitoria che si trascina dal 2008, è necessario avere una situazione aggiornata per verificare quali decisioni assumere fra la prosecuzione, la trasformazione o lo scioglimento della società, ed ha chiesto che la relazione sullo stato delle cose venga presentata entro 15 giorni. Di Sabatino ha inoltre proposto ed ottenuto dall'assemblea che venga azzerato il compenso dell’amministratore unico, che vengano ridotti drasticamente i compensi del collegio sindacale, che vengano tagliati di almeno il 50% consulenze e costi dei fornitori e che siano azzerati o ridotti i canoni concessori dei terreni di Prati di Tivo e Prato Selva. Di recente, proprio con lo scopo di consentire la riapertura della stazione sciistica, era stato deliberato il taglio per la stagione 2014/2015 dei compensi dei responsabili della Gran Sasso Teramano, diretta da Marco Bacchion. Nella relazione dell'amministratore della società, si legge come la Gran Sasso Teramano abbia «un carico di oneri finanziari derivanti dagli interessi passivi per i ritardi nell'ottenimento delle coperture finanziarie dell’investimento iniziale per la realizzazione della cabinovia», e che «la gestione degli impianti, il pagamento dei canoni concessori sui terreni, gli investimenti comunque necessari per garantire la manutenzione e la sicurezza, si traducono in oneri che non garantiscono il pareggio della società».
«E’ chiaro che, come socio di maggioranza, non posso che chiedere a tutti un sacrificio per ridurre i costi», ribadisce Di Sabatino, che evidenzia come la situazione debitoria e la risorse economiche dei soci impongano la ricerca di soluzioni definitive. Alcune settimane fa la Provincia ha avviato una trattativa con l'Unicredit per l’abbattimento del debito contratto per la realizzazione della cabinovia; inoltre la Regione ha acconsentito alla richiesta avanzata dalla Provincia per ottenere la restituzione di 1 milione e 100.000 euro di fondi Fas tagliati dal contributo regionale complessivo per la realizzazione della cabinovia .
Sandro Petrongolo
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