Ha ucciso Max, 16 anni di carcere

Condannato il giovane marocchino che reagì alle avances sessuali.

TERAMO. Nessuna legittima difesa e nessuna attenuante: per il giudice è un omicidio volontario che va punito con 16 anni di carcere. E’ la condanna per Mounem Dhaib, marocchino di 19 anni, reo confesso dell’omicidio di Ennio Max Costantini.
Sono le 16.15 quando il gup Marina Tommolini legge la sentenza per l’omicidio dell’artigiano teramano di 69 anni, ex pesista ed allenatore, ucciso con 16 coltellate nel capannone della sua ditta di San Nicolò il 17 novembre del 2008. Il giovane imputato, difeso dagli avvocati Tommaso Navarra e Luca Di Edoardo, ha sempre detto di aver perso la testa e di aver agito in un impeto di rabbia per difendersi da presunte avances sessuali dell’uomo.

Ma il giudice non gli ha creduto. Al termine di un rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena, ha accolto in pieno la richiesta del pm Roberta D’Avolio: omicidio volontario senza aggravanti. Nessun eccesso colposo di legittima difesa, dunque, così come invece ipotizzato dalla difesa. «Le sentenze non si commentano, ma se nel caso si impugnano», hanno detto i due difensori, «leggeremo la motivazione e se necessario ricorreremo in Appello». E ieri in tribunale c’erano anche tanti familiari del giovane. «Ha sbagliato», hanno detto tra le lacrime, «ed è giusto che paghi. Ma lo ha fatto in un momento particolare.

E’ un dolore per tutti: per noi e per la famiglia della vittima». Mounem Dhaib, incensurato, venne arrestato dalla squadra mobile cinque giorni dopo il delitto nella casa di alcuni conoscenti. Prima agli investigatori e poi al magistrato ha sempre detto di aver perso la testa e di aver ucciso Max Costantini con un coltello trovato sul posto in un momento di rabbia, per difendersi dalle avances sessuali dell’artigiano. Una la coltellata mortale alla testa, mentre gli altri quindici segni trovati durante l’autopsia sono stati inferti in parti non vitali: piccoli tagli molto superficiali. Il coltello, forse un taglierino, non è mai stato ritrovato: il giovane ha detto di essersene disfatto buttandolo. Nei mesi dopo il delitto inquirenti e investigatori hanno continuato a cercare nuovi riscontri e ulteriori elementi.

Rispetto alla versione di Mounem Dhaib c’era, in particolare, un dubbio, poi chiarito da ulteriori riscontri medici, legato all’ora della morte dell’artigiano. Secondo i risultati dell’autopsia Costantini sarebbe deceduto tra le 20 e le 22 di lunedì 17 novembre, mentre il ragazzo ha sempre detto di aver ucciso l’ex atleta intorno alle 15 e di essere poi tornato a casa con l’autobus, lo stesso mezzo con cui era arrivato nel capannone dopo un appuntamento concordato con Costantini per parlare di lavoro.