Hatria, picchetto fino a notte fonda

I dipendenti protestano per l’incertezza sul futuro della fabbrica di Sant’Atto che dovrebbe essere venduta ai francesi

TERAMO. Hatria: sciopero e picchetto davanti ai cancelli. I lavoratori protestano per l’incertezza sul futuro della storica fabbrica di sanitari. Da ieri mattina gli operai - nello stabilimento di Sant’Atto ne lavorano circa 200 - si sono organizzati in turni per presidiare la fabbrica dalla mattina fino a notte inoltrata. Tutto questo almeno fino a metà settimana, quando dovrebbe svolgersi l’atteso incontro chiarificatori con l’attuale proprietà e forse con i possibili acquirenti, un gruppo di francesi.

Oltre al picchetto, sono in sciopero i dipendenti addetti al magazzino, gli unici al lavoro (gli altri sono tutti in cassa integrazione straordinaria). I manifestanti, peraltro, non fanno entrare nè uscire i camion. «Se non riceveremo risposte chiare alzeremo l'asticella della protesta, con coinvolgimento delle istituzioni», annuncia Bernardo Testa della Filctem Cgil, «siamo preoccupatissimi: negli incontri avuti finora non c'è stato alcun paletto fermo. Basta pensare che abbiamo firmato un accordo, il 4 luglio 2013, in cui c'era scritto che la ripresa dell’attività ci sarebbe stata a metà gennaio 2014: non solo non sono stati rispettati gli accordi ma non ci dicono nemmeno cosa vogliono fare per il futuro».

Nell’ultimo incontro, svoltosi nella sede di Confindustria la settimana scorsa, l’azienda non ha dato risposte certe sullo stato della trattativa per la cessione ai francesi. «Ci sono tutte le condizioni perchè questa iniziativa duri», aggiunge Serafino Masci della Femca Cisl, «è fortissima l'attenzione e la volontà dei lavoratori a definire questa vicenda che si sta trascinando da troppo tempo. Questo è il presupposto che ha fatto partire iniziativa. Ci aspettiamo un atto di responsabilità dell'azienda che riavii un confronto in modo costruttivo e in tempi stretti. Dobbiamo capire se quello che ci siamo detti in questi mesi è stata una costruzione sul nulla o un processo reale che darà le auspicate risposte ai lavoratori. E' venuto il momento di sgombrare il campo dai dubbi, dalle incertezze che hanno caratterizzato gli ultimi sei mesi. Manterremo presidio fino a quando non sarà fatta chiarezza».

Il sindacalista della Filctem aggiunge che questa vicenda denota «una gestione approssimativa dell’azienda, tantopiù che i vertici frequentano pochissimo Teramo: vengono solo dopo pressanti sollecitazioni. Sembra quasi ci sia un disinteresse o in alternativa un imbarazzo. Ci preoccupa ancor di più perchè l’azienda ha sempre avuto rapporti correttissimi con noi, ma da luglio è diverso». L’Hatria è passata nelle mani di investitori americani che hanno acquistato la maggioranza del gruppo Marazzi. (a.f.)

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