I disoccupati sono saliti a 50mila

Dal palco della Cgil l'operaio sindacalista licenziato si mette a piangere

TERAMO. Un esercito di 50mila persone, tante da riempire quasi una città grande come Teramo. E' l'enorme numero di disoccupati e cassintegrati dell'intera provincia fornito ieri dal segretario provinciale della Cgil, Giampaolo Di Odoardo, durante l'assemblea dei delegati del sindacato che si è radunata nella sala polifunzionale della Provincia. Si è svolta qui la "chiamata alle armi" che ha dato il via alla mobilitazione per lo sciopero generale di 8 ore proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre. Si scenderà in piazza per dire no alla manovra finanziaria e ai tagli alle pensioni e alle fasce produttive più deboli. E Teramo sarà stavolta palcoscenico della manifestazione regionale.

I DATI DELLA CRISI.
L'Abruzzo della crisi scenderà dunque in piazza a Teramo, capoluogo di uno dei territori più colpiti dalla recessione. «La disoccupazione nella nostra provincia raggiunge una percentuale del 13,5%, superiore a quella nazionale che si aggira intorno all'8%», ha spiegato Di Odoardo, «questa manovra vuole far pagare ancora ai più deboli il debito pubblico, è un'ulteriore bastonata sui denti per i precari, soprattutto i giovani per i quali non si prevedono misure». Secondo il segretario provinciale le notizie che si susseguono sulla manovra stanno gettando nello sconforto le famiglie che «ogni giorno ne scoprono una nuova, come la revoca del riscatto per gli anni di università o di leva o il tetto sulle prescrizioni per i medici di base».

LA MANIFESTAZIONE.
I lavoratori che aderiranno alla manifestazione in programma per martedì si ritroveranno a Teramo alle 9.30 in largo Madonna delle Grazie da dove prenderà le mosse alle 10 il corteo che si snoderà poi lungo il corso fino a piazza Martiri. Qui alle 12 ci sarà il comizio conclusivo, durante il quale interverrà anche Emilio Miceli, segretario generale della Slc Cgil (lavoratori della comunicazione).

A spiegare il perché della scelta di Teramo è stato anche il segretario regionale del sindacato, Gianni Di Cesare. «E' un luogo importante e storico per la Cgil», ha spiegato, «e poi non dimentichiamo che è la casa del presidente della Regione Gianni Chiodi ed è a lui che vogliamo portare il nostro messaggio. Gli abruzzesi stanno vivendo una grandissima difficoltà e le scelte di questo governo le potranno solo peggiorare».

LACRIME E RABBIA.
Tra gli interventi dei vari delegati chiamati a raccolta dalla Cgil c'è stato anche quello di Gianni Carbone, l'operaio sindacalista della Carbotech di Martinsicuro licenziato nei giorni scorsi dall'azienda perchè avrebbe violato lo stato di malattia. Contro la decisione quasi tutti i dipendenti della fabbrica hanno proclamato lo sciopero fino ad arrivare un accordo con la proprietà.

La storia è stata raccontata dal palco, con le lacrime agli occhi, dallo stesso lavoratore. «Siamo arrivati ad un accordo e adesso sono in ferie forzate fino al 19 ottobre», ha raccontato, «poi andremo davanti ad un giudice che deciderà chi ha ragione.

Sta di fatto che lavoro da oltre trent'anni in quell'azienda ed è sempre filato tutto liscio, poi ho avuto due richiami in quindici giorni e il licenziamento perché secondo loro ero uscito durante la malattia. Ma le cose stanno diversamente, sono tre anni che mi batto per avere migliori condizioni di sicurezza di lavoro e di lavoro all'interno dello stabilimento».

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