I giudici: Spinelli non andava arrestato

La Cassazione non ammette il ricorso della procura, a casa uno dei tre rom indagati

TERAMO. Delitto Fadani: la Cassazione dichiara inammissibile il ricorso della procura di Teramo sulla scarcerazione di Sante Spinelli e mette la parola fine al caso. Le motivazioni si conosceranno nei prossimi giorni, ma è evidente che per i giudici della Suprema Corte il rom, indagato insieme ad altri due per la morte dell'imprenditore albense Emanuele Fadani ucciso con un pugno nel novembre dell'anno scorso, non doveva essere arrestato. I magistrati teramani avevano fatto ricorso contro il provvedimento con cui a marzo il tribunale del Riesame dell'Aquila aveva confermato la scarcerazione di Spinelli.

Ai giudici aquilani il procuratore capo Gabriele Ferretti e il pm Roberta D'Avolio, titolare del caso, si erano appellati contro il provvedimento di scarcerazione disposto dal gip Marina Tommolini per mancanza di gravi indizi.

SPINELLI A CASA. E ieri a Spinelli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il rom, dopo la scarcerazione per il delitto Fadani, era nuovamente finito in cella per danneggiamento aggravato e continuato, ubriachezza molesta e resistenza, violenza a pubblico ufficiale dopo che qualche mese fa aveva preso a pugni un'ambulanza del 118 e aggredito i carabinieri che cercavano di fermarlo. Per questo fatto è stato condannato a 2 anni e 6 mesi. Il giudice Antonio Converti ha accolto l'istanza degli arresti domiciliari presentata dal difensore del rom, l'avvocato Piergiuseppe Sgura.

IL RICORSO BIS. E prossimamente la Cassazione dovrà tornare ad occuparsi del delitto Fadani visto che la procura teramana qualche settimana fa ha presentato un altro ricorso per l'ordinanza con cui a giugno il gip ha ordinato anche la scarcerazione di Elvis e Danilo Levakovic, i giovani cugini rom di Alba Adriatica arrestati insieme a Spinelli. Un provvedimento contro cui la procura ha già fatto ricorso al tribunale del Riesame dell'Aquila che però l'ha respinto, così come era già successo per Spinelli. Nella sua ordinanza il gip parla di omicidio preterintenzionale.

Per la procura, invece, è stato un omicidio volontario aggravato da futili motivi. Secondo il gip gli atti dell'accusa evidenziano come un solo pugno alla testa, tirato da Elvis, abbia ucciso Fadani nel corso di un alterco occasionale nato in conseguenza di un altro pugno, tirato da Danilo Levakovic a un amico della vittima. Dunque, sostiene, il gip, è impossibile parlare di omicidio volontario. La procura teramana, invece, ritiene che quel pugno era così violento da creare da solo l'elemento psicologico del reato più grave.

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