I pm smontano il teste pro Parolisi

Il titolare del chiosco vide una donna, ma non poteva essere Melania
TERAMO. Non solo ora della morte e Dna. Nei fascicoli che, giorno dopo giorno, la procura teramana mette insieme per sostenere che è stato Salvatore Parolisi ad uccidere la moglie Melania Rea, i pm ritengono di aver smontato anche altri argomenti della difesa.
A cominciare dalla recente audizione di Alfredo Ranelli, titolare del chiosco di Colle San Marco che inizialmente aveva detto di aver visto il 18 aprile Melania sul pianoro ascolano (la sua era l'unica testimoninanza in questa direzione).
Ranelli ha detto che quando alle 14.30 di quel giorno è andato a Colle San Marco per aprire ilchiosco non ha visto nè Parolisi e nè la donna vicino alle altaltene. Ha raccontato di aver notato solo un gruppo di ragazzi (gli stessi che hanno scattato le famose foto alle altalene). L'uomo ha aggiunto che solo intorno alle 15 (ora in cui secondo il racconto di Parolisi la moglie è già sparita da tempo) ha visto una donna. Ma non è stato in grado di sostenere con certezza che fosse Melania. C'è poi l'aspetto legato al cane molecolare che ha fiutato tracce della vittima a Colle San Marco.
«L'animale ha fiutato le tracce di Melania Rea», si legge a pagina 53 della memoria che Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, i legali del caporal maggiore Parolisi in carcere da luglio, hanno presentato al tribunale del Riesame dell'Aquila, «indugiando in prossimità del monumento ai Martiri della Resistenza e addendrandosi per un sentiero impervio». Proprio per fare chiarezza su questo i pm teramani hanno chiesto una consulenza verbale ad un addestratore di cani che ha sostenuto che questo genere di animali percepisce l'odore di una persona anche a distanza di 12 giorni dal suo passaggio. Una versione che sarebbe stata fornita anche dallo stesso addestratore del cane in questione nel corso di una trasmissione televisiva. E Melania Rea sul pianoro e vicino al monumento c'era stata dieci giorni prima di essere uccisa, quando era andata a fare una gita con il marito, la figlioletta e alcuni amici. Intanto continuano le indagini sulle due borse di Melania consegnate dalla famiglia Una, in particolare, potrebbe dare una svolta all'inchiesta.
Apparentemente è la stessa borsa che Melania porta con sé la mattina del 18 aprile, quando la telecamera di un supermercato di Ascoli la riprende mentre fa la spesa insieme al marito e alla figlia. Marca Alviero Martini, modello Shopping. Una borsa che Melania possedeva da un anno e mezzo. Il punto è che la borsa che i familiari si sono ripresi quando hanno riportato gli effetti personali della donna da Folignano nella casa paterna, a Somma Vesuviana, appare nuova di zecca. L'unico modo per scoprire dove e quando l'accessorio è stato acquistato, a quanto pare, è analizzare il codice a barre presente all'interno. Per i prossimi giorni, intanto, è attesa l'audizione di Ludovica P., la soldatessa amante di Parolisi. (d.p.)
A cominciare dalla recente audizione di Alfredo Ranelli, titolare del chiosco di Colle San Marco che inizialmente aveva detto di aver visto il 18 aprile Melania sul pianoro ascolano (la sua era l'unica testimoninanza in questa direzione).
Ranelli ha detto che quando alle 14.30 di quel giorno è andato a Colle San Marco per aprire ilchiosco non ha visto nè Parolisi e nè la donna vicino alle altaltene. Ha raccontato di aver notato solo un gruppo di ragazzi (gli stessi che hanno scattato le famose foto alle altalene). L'uomo ha aggiunto che solo intorno alle 15 (ora in cui secondo il racconto di Parolisi la moglie è già sparita da tempo) ha visto una donna. Ma non è stato in grado di sostenere con certezza che fosse Melania. C'è poi l'aspetto legato al cane molecolare che ha fiutato tracce della vittima a Colle San Marco.
«L'animale ha fiutato le tracce di Melania Rea», si legge a pagina 53 della memoria che Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, i legali del caporal maggiore Parolisi in carcere da luglio, hanno presentato al tribunale del Riesame dell'Aquila, «indugiando in prossimità del monumento ai Martiri della Resistenza e addendrandosi per un sentiero impervio». Proprio per fare chiarezza su questo i pm teramani hanno chiesto una consulenza verbale ad un addestratore di cani che ha sostenuto che questo genere di animali percepisce l'odore di una persona anche a distanza di 12 giorni dal suo passaggio. Una versione che sarebbe stata fornita anche dallo stesso addestratore del cane in questione nel corso di una trasmissione televisiva. E Melania Rea sul pianoro e vicino al monumento c'era stata dieci giorni prima di essere uccisa, quando era andata a fare una gita con il marito, la figlioletta e alcuni amici. Intanto continuano le indagini sulle due borse di Melania consegnate dalla famiglia Una, in particolare, potrebbe dare una svolta all'inchiesta.
Apparentemente è la stessa borsa che Melania porta con sé la mattina del 18 aprile, quando la telecamera di un supermercato di Ascoli la riprende mentre fa la spesa insieme al marito e alla figlia. Marca Alviero Martini, modello Shopping. Una borsa che Melania possedeva da un anno e mezzo. Il punto è che la borsa che i familiari si sono ripresi quando hanno riportato gli effetti personali della donna da Folignano nella casa paterna, a Somma Vesuviana, appare nuova di zecca. L'unico modo per scoprire dove e quando l'accessorio è stato acquistato, a quanto pare, è analizzare il codice a barre presente all'interno. Per i prossimi giorni, intanto, è attesa l'audizione di Ludovica P., la soldatessa amante di Parolisi. (d.p.)
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