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«I turisti olandesi possono salvare il vostro entroterra»

La blogger trapiantata a Teramo che promuove il territorio: «I miei connazionali vanno pazzi per borghi e casali»

TERAMO. Olga "Bibi" Segaar è una blogger olandese che ha sposato un teramano, vive a Teramo e da qualche anno, di propria iniziativa e finora senza aiuti istituzionali, racconta il territorio ai confini tra Abruzzo e Marche (il cosiddetto Marcuzzo) ai propri connazionali. Bibi fa da tramite con giornalisti e fotografi olandesi che vengono da queste parti a fare servizi per testate dei Paesi bassi e aiuta le persone del suo Paese che vogliono acquistare delle case in zona.

«Gli italiani non hanno idea di quanto sia amato il loro Paese all'estero», è la premessa di Bibi, che spiega: «In Olanda ci sono tre riviste da oltre 25 anni che parlano solo di Italia e tre eventi e fiere che riguardano esclusivamente l'Italia, oltre a tantissimi siti web e blog dedicati. Prima c'era il turismo di Rimini e Riccione e delle città d'arte, ma negli ultimi 15 anni è cambiato».

L'esempio di questo cambiamento è vicinissimo a noi: le Marche.

«Esatto. Le Marche hanno molto successo in Olanda grazie a un programma televisivo andato in onda nel 2006 in cui una famiglia olandese acquistava delle case e le affittava ad olandesi. Sono considerate la nuova Toscana. Attualmente in quella regione oltre cento olandesi hanno acquistato un immobile, in genere casali da ristrutturare, per viverci ma anche per affittare ad altri olandesi. Il presidente dell'Unioncamere delle Marche Graziano Di Battista ha detto di recente che la nazione dove il prodotto Marche è più venduto è l'Olanda, è presente nei pacchetti del 30 per cento degli operatori turistici».

E l'Abruzzo?

«Ci sono olandesi che ci vivono da anni, nel Teramano ci sono circa venti famiglie. Gli olandesi amano i territori non molto conosciuti, nei quali non c'è turismo di massa, e per questo non possono non amare l'Abruzzo. Qui è ancora tutto da scoprire, con i pro e contro che questo comporta. Gli olandesi cercano in genere casali nel verde, in collina, arredati in modo semplice ma con gusto. L'olandese è molto attaccato alla propria casa ed è molto importante stare in un ambiente familiare anche durante la vacanza».

Cosa frena l’arrivo massiccio di olandesi dalle nostre parti?

«È carente la promozione sul web, secondo me bisogna fare una pubblicità diversa da quelle solite, più appetitosa, e descrivere meglio i luoghi con tante fotografie, magari usando l'olandese. Gli olandesi cercano molto da soli le proprie mete, si rivolgono poco ai tour operator. Ma, tanto per dire, la Regione Abruzzo non ha un sito in lingua straniera. E quanto ai proprietari di case, qualche volta sarebbe necessario aggiornare un po' l'arredamento per andare incontro ai gusti del turista olandese. Non è semplice. Tanta gente non capisce l'importanza di certi meccanismi».

Il terremoto può tenere lontani i suoi connazionali?

«No. Gli olandesi non hanno idea di cosa sia un terremoto e non possono capire cosa comporta. L'importante è che tu proponga loro una casa fatta in modo giusto. Il turismo olandese può essere la salvezza per quei borghi di collina e montagna che si stanno spopolando e dove si potrebbe riproporre il modello dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio».

Lì però hanno avuto il mecenate Kihlgren...

«È vero ma qui ci sarà la ricostruzione post-terremoto, i soldi arriveranno, può essere l’occasione per recuperare i borghi in modo giusto e attrarre turisti stranieri. Qui si può vivere di turismo, qui c’è una miniera d’oro poco sfruttata e poco capita».

E quello che è successo a gennaio, in particolare il lunghissimo blackout, può farci una pubblicità negativa?

«Qui i problemi sono tanti ma bisogna essere propositivi. Io dico che in Olanda ci sono tantissime persone interessate al Marcuzzo, l'ho visto nella fiera “Little Italy” organizzata da una rivista che si è svolta a fine gennaio ad Amsterdam, tre giorni dedicati tutti all'Italia. Lì ho avuto uno stand e ho raccontato il territorio, in tanti sapevano quello che era da poco successo e mi hanno chiesto come potevano aiutare le nostre zone. Io ho invitato i miei connazionali, anche in un'intervista a un quotidiano dell'Aja, a venire in Abruzzo e ad acquistare i suoi prodotti».

Quali le sue prossime iniziative, Bibi?

«In primavera sulla rivista "Reiz & Magazine" usciranno 12 pagine sul triangolo Popoli-L'Aquila-Teramo, un reportage della giornalista Caroline Ludwig. E stiamo creando un libro sulla cucina abruzzese con l'aiuto di personaggi famosi dell'Olanda. Mi farebbe piacere che la Regione si accorgesse che sto facendo qualcosa per il territorio e che valutasse la possibilità di darmi un aiuto».

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