Il figlio di Freud curato a Teramo

Torna alla luce la lettera che lo prova, la scrisse il papà della psicoanalisi
TERAMO. Fu la caserma nonchè ospedale militare Mezzacapo di Teramo, e non il Sant'Antonio Abate, nell'ex manicomio, a curare Martin Freud, il figlio maggiore del padre della psicoanalisi Sigmund Freud. La scoperta deriva dai recenti studi di un teramano appassionato di storia locale.
Nel nuovo libro "Vetraia. Stralci di vita", zibaldone di poesie, riflessioni, considerazioni e immagini del tempo che fu, Tonino Di Natale torna su una sua scoperta di qualche anno fa, il ricovero di un figlio di Freud, Martin, in un ospedale teramano sul finire della Grande Guerra. Di Natale, già docente Isef, autore di saggi e raccolte poetiche, vincitore di premi letterari, anni fa, nel corso di ricerche nella biblioteca Dèlfico, s'imbatté in una pubblicazione della casa editrice Boringhieri dedicata agli epistolari di Freud, contenente tra i vari carteggi la lunga corrispondenza con il pastore protestante zurighese Oskar Pfister.
In una lettera da Vienna, del 2 gennaio 1919, il padre della psicoanalisi racconta all'amico Pfister la pena per il maggiore dei suoi sei figli, Martin, arruolato nell'esercito con i fratelli Ernst e Oliver: «Il figlio maggiore però non arrivava e non scriveva. Finalmente il 21 novembre arrivò una sua cartolina. Soltanto quattro settimane dopo venimmo a sapere che dopo peripezie assolutamente incredibili era caduto ammalato e febbricitante, e che al momento era ben curato in un convalescenziario a Teramo (Abruzzi)».
Questo riferimento a Teramo, fu citato da Di Natale in un libro di aforismi del 1996, "Parole di luce messe a nudo", e poi ripreso un anno fa dall'autore teramano, come riferito dal Centro. Di Natale giunse alla conclusione che il convalescenziario citato da Sigmund Freud era l'ospedale Sant'Antonio Abate (istituito dal capitolo della cattedrale teramana in epoca medioevale), struttura in cui sorse nel 1881 anche il manicomio, dal 1924 diretto da Marco Levi Bianchini (primo traduttore e divulgatore in Italia proprio dell'opera di Freud). Senza fermarsi a quella prima deduzione Di Natale ha continuato le ricerche, spinto dalla constatazione che il nome di Martin Freud non risultava negli antichi schedari dell'ospedale. Entrato in contatto con l'Archivio Freud di Londra, Di Natale ha ricevuto una copia della lettera di Sigmund Freud a Pfister, ora pubblicata su "Vetraia", e il consiglio di contattare Michael Schrter, professore dell'università di Berlino, autore nel 2010 di un libro sulla corrispondenza tra Freud e i figli.
Schrter ha inviato a Di Natale la copia di una lettera di Martin Freud, in cui il giovane militare spiega di essere ricoverato, per una frattura a una gamba, in un "ospitale mezzocampo", come scrive sul mittente, facendo pensare a un ospedale militare da campo. In realtà una struttura simile a Teramo non c'era, e ulteriori approfondimenti condotti da Di Natale, in particolare sul Corriere abruzzese del 1918, svelano che tra settembre e dicembre del 1918 treni della Croce Rossa portarono diversi feriti a Teramo, nella caserma ospedale Mezzacapo, nome riportato erroneamente da Martin nel mittente come "mezzocampo". Caserma-ospedale che sorgeva accanto al santuario della Madonna delle Grazie, abbattuta nel 1968 per lasciare posto agli uffici finanziari.
Nel nuovo libro "Vetraia. Stralci di vita", zibaldone di poesie, riflessioni, considerazioni e immagini del tempo che fu, Tonino Di Natale torna su una sua scoperta di qualche anno fa, il ricovero di un figlio di Freud, Martin, in un ospedale teramano sul finire della Grande Guerra. Di Natale, già docente Isef, autore di saggi e raccolte poetiche, vincitore di premi letterari, anni fa, nel corso di ricerche nella biblioteca Dèlfico, s'imbatté in una pubblicazione della casa editrice Boringhieri dedicata agli epistolari di Freud, contenente tra i vari carteggi la lunga corrispondenza con il pastore protestante zurighese Oskar Pfister.
In una lettera da Vienna, del 2 gennaio 1919, il padre della psicoanalisi racconta all'amico Pfister la pena per il maggiore dei suoi sei figli, Martin, arruolato nell'esercito con i fratelli Ernst e Oliver: «Il figlio maggiore però non arrivava e non scriveva. Finalmente il 21 novembre arrivò una sua cartolina. Soltanto quattro settimane dopo venimmo a sapere che dopo peripezie assolutamente incredibili era caduto ammalato e febbricitante, e che al momento era ben curato in un convalescenziario a Teramo (Abruzzi)».
Questo riferimento a Teramo, fu citato da Di Natale in un libro di aforismi del 1996, "Parole di luce messe a nudo", e poi ripreso un anno fa dall'autore teramano, come riferito dal Centro. Di Natale giunse alla conclusione che il convalescenziario citato da Sigmund Freud era l'ospedale Sant'Antonio Abate (istituito dal capitolo della cattedrale teramana in epoca medioevale), struttura in cui sorse nel 1881 anche il manicomio, dal 1924 diretto da Marco Levi Bianchini (primo traduttore e divulgatore in Italia proprio dell'opera di Freud). Senza fermarsi a quella prima deduzione Di Natale ha continuato le ricerche, spinto dalla constatazione che il nome di Martin Freud non risultava negli antichi schedari dell'ospedale. Entrato in contatto con l'Archivio Freud di Londra, Di Natale ha ricevuto una copia della lettera di Sigmund Freud a Pfister, ora pubblicata su "Vetraia", e il consiglio di contattare Michael Schrter, professore dell'università di Berlino, autore nel 2010 di un libro sulla corrispondenza tra Freud e i figli.
Schrter ha inviato a Di Natale la copia di una lettera di Martin Freud, in cui il giovane militare spiega di essere ricoverato, per una frattura a una gamba, in un "ospitale mezzocampo", come scrive sul mittente, facendo pensare a un ospedale militare da campo. In realtà una struttura simile a Teramo non c'era, e ulteriori approfondimenti condotti da Di Natale, in particolare sul Corriere abruzzese del 1918, svelano che tra settembre e dicembre del 1918 treni della Croce Rossa portarono diversi feriti a Teramo, nella caserma ospedale Mezzacapo, nome riportato erroneamente da Martin nel mittente come "mezzocampo". Caserma-ospedale che sorgeva accanto al santuario della Madonna delle Grazie, abbattuta nel 1968 per lasciare posto agli uffici finanziari.
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