Il figlio è scomparso sul Gran Sasso da 9 mesi, il papà: «Cerchiamolo ancora, vi ringrazio di cuore»

La vicenda di Giorgio Lanciotti, il 35enne di Roseto. Il padre Gloriano: “Speriamo che le cose vadano in un certo modo. A nome della famiglia mando un abbraccio a tutti i soccorritori”
TERAMO. «A nome della famiglia ringrazio e mando un abbraccio fraterno a tutti quelli che si vorranno unire a noi per le ricerche di Giorgio e non finirò mai di ringraziarli. Questo messaggio va in primis a Pasquale Iannetti che si sta prodigando per questa cosa. Speriamo che le cose vadano in un certo modo». È la voce rotta dal dolore di Gloriano Lanciotti, padre di Giorgio e conosciutissimo ex direttore provinciale della Cna e componente della giunta della Camera di commercio, dopo l’appello rilanciato dall’esperta guida alpina teramana Iannetti per riprendere a stretto giro le ricerche volontarie del 35enne rosetano, residente a Pineto, scomparso il 21 settembre scorso dopo aver raggiunto la vetta del Corno Grande. Gloriano Lanciotti non aggiunge altro e non commenta le voci che parlano di una possibile fuga del figlio. «Non faccio commenti, se non sulla volontà di queste persone alla ricerca di mio figlio che non finirò mai di ringraziare».
Recentemente la famiglia Lanciotti ha fatto dei passaggi istituzionali utili per chiedere riscontri su dove si sono svolte le ricerche condotte lo scorso anno dal Soccorso alpino, dai finanzieri del gruppo specializzato dell’Aquila e dai vigili del fuoco. Si tratta di passaggi funzionali e utili per il prosieguo delle ricerche «per evitare», dice, «che magari si ripassi lì dove hanno già cercato». Da qualche giorno, inoltre, è stato affisso nei pressi della vetta orientale del Corno Grande un altro appello: "Vi preghiamo nelle vostre camminate e scalate di attenzionare tutto ciò che trovate. Ogni elemento, se pur piccolo, può essere per familiari e amici una grande speranza per trovare il nostro caro Giorgio".