Il pm dei minori: Parolisi va sentito

La Procura di Napoli vuole l'audizione del caporal maggiore come padre
TERAMO. Il caporal maggiore Parolisi davanti ai giudici napoletani nella sua veste di padre. Un padre che rischia di perdere la figlia. L'audizione dell'uomo, in carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea nel bosco di Ripe, è stata sollecitata dalla procura dei minori di Napoli nell'ambito dell'istruttoria avviata per chiedere la revoca della patria potestà del caporal maggiore. Per i magistrati minorili l'omicidio di Melania presumibilmente è avvenuto alla presenza della minore e la condotta del padre «è pregiudizievole» all'interesse della figlia: così la procura ha motivato la richiesta fatta al tribunale.
Secondo l'accusa dei magistrati ascolani e teramani, infatti, Parolisi avrebbe accoltellato la moglie nel bosco di Ripe mentre la bambina dormiva in macchina. Il caporal maggiore si è sempre proclamato innocente, ribadendo in ogni occasione di aver portato la moglie e la figlia a Colle San Marco, il pianoro ascolano da cui poi la donna sarebbe sparita per sempre nel pomeriggio del 18 aprile dopo essersi allontanata alla ricerca di un bagno.
Intanto i genitori di Melania, che attualmente si occupano della bambina, ne hanno chiesto l'affidamento temporaneo. L'udienza per questo si terrà il 2 dicembre, ma è probabile che prima il tribunale si pronunci sulla richiesta fatta da Parolisi che vuole vedere la figlia in carcere (all'uomo il giudice ha concesso la possibilità di sentirla per telefono una volta a settimana). Nei giorni scorsi la procura di Teramo ha espresso parere positivo agli incontri protetti tra padre e figlia: un parere non vincolante che gli stessi pm del pool che indaga sul delitto, Davide Rosati e Greta Aloisi, hanno subordinato alla decisione che prenderanno i giudici partenopei.
Intanto, sul fronte delle indagini, la prossima settimana riprenderanno le audizioni di persone informate sui fatti. Non è escluso, inoltre, che i magistrati teramani che si occupano del caso, dopo il passaggio dell'inchiesta da Ascoli per competenza territoriale, tornino nuovamente nel bosco di Ripe per fare altri sopralluoghi, in particolare sul sentiero che l'assassino avrebbe percorso per tornare a depistare.
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