Invasi da 50 tonnellate di rifiuti

Emergenza in sei città, a Giulianova e Roseto le situazioni più gravi

GIULIANOVA. L'agonia del Cirsu è finita. Sei città del Teramano e le frazioni collegate, pari a 100mila persone, da ieri sono invase dai rifiuti: 50 tonnellate al giorno, cioè 18mila l'anno che corrispondono a 22mila metri cubi di immondizia. E' la drammatica situazione scoppiata nelle ultime 24 ore a Giulianova, Roseto, Mosciano, Morro d'Oro, Notaresco e Bellante. Oggi verrà decisa la liquidazione del corsorzio Cirsu che che gestisce la raccolta dei rifiuti nei sei centri teramani. L'impianto chietino di Casoni, che accoglie ogni giorno le 50 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ha chiuso da sabato i cancelli ai mezzi di Sogesa, il braccio operativo del Cirsu, a causa di un debito accumulato pari a 3,5 milioni di euro. Le strade dei sei comuni sono nuovamente invase dall'immondizia. Ciascun sindaco deve correre ai ripari autonomamente, chiedendo a Casoni l'apertura straordinaria del proprio tmb (trattamento meccanico biologico), mentre i dipendenti Sogesa vanno in cassa integrazione.

RIFIUTI PER STRADA. La situazione nei sei comuni Cirsu è tornata quella shock, già vista nei giorni della protesta dei lavoratori Sogesa. Da sabato quintali di materiali indifferenziati stazionano attorno ai cassonetti e nelle strade (davanti alle abitazioni a Giulianova, che ha già attivato il porta a porta), a causa dell'impossibilità di conferirli a Casoni, ma anche perché la società ha messo in ferie forzate gli operatori addetti al servizio, e si appresta ad attivare la procedura di cassa integrazione per i 35 operai del polo tecnologico di Grasciano già sospesi dal servizio l'8 marzo.

I RIMEDI. Garantire la continuità dei servizi: questa è la parola d'ordine in merito all'emergenza. I sei sindaci si stanno attivando per superare l'emergenza proponendo un contratto diretto alla dirigenza del tmb chietino. In parole semplici i municipi svolgeranno personalmente il compito di Cirsu e Sigesa proponendo un accordo straordinario con Casoni per conferire i rifiuti indifferenziati.

COSA ACCADRA'. L'unica via d'uscita è stabilire una procedura di gara per assegnare ad una nuova società la titolarità per la raccolta dei rifiuti. Tutto questo avverrà più velocemente nel caso in cui oggi, nella riunione chiave del cda Cirsu, verrà decretato il fallimento della società che, finora, sembra la soluzione più certa.

I LAVORATORI. «Ancora una volta, a pagare le colpe di una classe dirigente saranno i più deboli, perché liquidare il Cirsu vuol dire mettere in mezzo alla strada decine e decine di lavoratori con le loro famiglie», ha affermato il consigliere dell'Idv, Cesare D'Alessandro. Uno dei pochi a intervenire di fronte a una emergenza che non ha precedenti.

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