L'università aumenta le tasse

In cambio del sì gli studenti ottengono promesse sui servizi
TERAMO. È passata in Senato accademico la delibera che prevede l'aumento delle tasse universitarie: a partire dal prossimo anno accademico costerà di più per le famiglie iscrivere i propri figli all'università di Teramo.
L'ateneo teramano comunque conserva il primato in Italia per i livelli di tassazione tra i più bassi. L'aumento approvato ieri vedrà salire per tutti di 40 euro l'ammontare della prima rata, mentre sulla seconda non ci sarà nessun aggravio per gli appartenenti alla prima fascia (cioè per gli studenti con i redditi più bassi), 20 euro in più sono previste invece sulla seconda fascia e 40 euro per la terza fascia.
Il provvedimento è passato con l'appoggio dei principali gruppi studenteschi con i quali, già nel corso dell'anno, il testo era stato più volte discusso e concordato. Nessuna protesta, dunque, ma piuttosto un clima di collaborazione di fronte alla realtà dei tagli imposti dal Governo che, negli ultimi giorni, hanno messo in stato di agitazione docenti e ricercatori. Come contrappeso all'aumento delle tasse, in Senato è stato chiesto dagli studenti un deciso miglioramento dei servizi: è stato così preso atto di un documento firmato dai gruppi studenteschi che riassume le loro proposte per potenziare alcuni servizi ritenuti fondamentali.
Si va dal miglioramento della segreteria studenti e del centro informatico ad un intervento sulle attività di orientamento in entrata e in uscita fino ad una riqualificazione degli spazi del campus. Ciò che è stato chiesto sulla carta dovrà ora essere realizzato, come ha promesso il rettore Rita Tranquilli Leali, con la collaborazione di presidi e direttore amministrativo.
Ieri è stata anche la giornata di uscita del rapporto del Censis sulle università italiane, che ha visto l'ateneo teramano riconfermarsi al secondo posto tra i piccoli atenei italiani (quelli con meno di 10mila iscritti). Tra le facoltà spicca Agraria, che balza dal settimo al secondo posto.
Sale di tre posizioni (dal 16º al 13º posto) anche Scienze politiche. Rimane invece stabile Medicina veterinaria, l'unica a scendere è Giurisprudenza (dal 15º al 19º posto). Nel rapporto non è stata valutata Scienze della comunicazione perché appartenente ad un gruppo con meno di cinque facoltà in Italia.
L'ateneo teramano comunque conserva il primato in Italia per i livelli di tassazione tra i più bassi. L'aumento approvato ieri vedrà salire per tutti di 40 euro l'ammontare della prima rata, mentre sulla seconda non ci sarà nessun aggravio per gli appartenenti alla prima fascia (cioè per gli studenti con i redditi più bassi), 20 euro in più sono previste invece sulla seconda fascia e 40 euro per la terza fascia.
Il provvedimento è passato con l'appoggio dei principali gruppi studenteschi con i quali, già nel corso dell'anno, il testo era stato più volte discusso e concordato. Nessuna protesta, dunque, ma piuttosto un clima di collaborazione di fronte alla realtà dei tagli imposti dal Governo che, negli ultimi giorni, hanno messo in stato di agitazione docenti e ricercatori. Come contrappeso all'aumento delle tasse, in Senato è stato chiesto dagli studenti un deciso miglioramento dei servizi: è stato così preso atto di un documento firmato dai gruppi studenteschi che riassume le loro proposte per potenziare alcuni servizi ritenuti fondamentali.
Si va dal miglioramento della segreteria studenti e del centro informatico ad un intervento sulle attività di orientamento in entrata e in uscita fino ad una riqualificazione degli spazi del campus. Ciò che è stato chiesto sulla carta dovrà ora essere realizzato, come ha promesso il rettore Rita Tranquilli Leali, con la collaborazione di presidi e direttore amministrativo.
Ieri è stata anche la giornata di uscita del rapporto del Censis sulle università italiane, che ha visto l'ateneo teramano riconfermarsi al secondo posto tra i piccoli atenei italiani (quelli con meno di 10mila iscritti). Tra le facoltà spicca Agraria, che balza dal settimo al secondo posto.
Sale di tre posizioni (dal 16º al 13º posto) anche Scienze politiche. Rimane invece stabile Medicina veterinaria, l'unica a scendere è Giurisprudenza (dal 15º al 19º posto). Nel rapporto non è stata valutata Scienze della comunicazione perché appartenente ad un gruppo con meno di cinque facoltà in Italia.
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