La madre conferma: mio figlio è morto

26 Luglio 2011

Indica ai carabinieri un nuovo posto dove si trova il corpo. Secretate le indagini

ASCOLI. Si infittisce il mistero sulla scomparsa del piccolo di due mesi e mezzo. La madre, K.R. attualmente detenuta in carcere a Castrogno, è stata interrogata nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno.  Poi è stata portata nella mansarda a Piane di Morro, vicino Folignano, dove la coppia viveva prima di ssere arrestata. E dove con il Luminol sono state cercate tracce di sangue vicino al letto, dove la 24enne racconta sia caduto il neonato. E infine è stata portata a Castel Trosino, dove dice di aver abbandonato il corpicino del figlio privo di vita e in un altro posto, tenuto segreto dai carabinieri.

Al termine della lunga giornata il sostituto procuratore di Ascoli Carmine Pirozzoli ha secretato il verbale dell'interrogatorio cui é stata sottoposta K.R.: la donna finora ha sostenuto che il bimbo è caduto mentre gli cambiava il pannolino ed è morto sul colpo. Ieri, durante il sopralluogo a casa, ha mostrato agli inquirenti anche il cassonetto dove avrebbe buttato al culla e tutti i vestitini del piccolo. Allo stato dei fatti pare che la donna di 24 anni abbia sostanzialmente confermato la versione. Ma il decreto di secretazione induce a pensare che ci siano novità e che probabilmente abbia indicato un nuovo luogo dove cercare il corpicino. E che c'è bisogno di tempo per condurre nuove ricerche. Per questo sviluppi decisivi sono attesi oggi.

Un'altra pista, che pare un po' meno consistente, riguarda una possibile vendita - o comunque affidamento a terzi - del bambino, verso cui porterebbe il racconto di alcuni vicini di casa secondo cui tre persone, una donna e due uomini, visitarono la casa dei genitori poco prima della scomparsa del bimbo. E che il piccolo possa essere ancora in vita sarebbe confermato da un'altra indiscrezione: c'è chi racconta di averlo visto in vita il 5 luglio, cioè molti giorni dopo la presunta morte, che la testimonianza della madre fa risalire al 20 giugno. Una voce che trapela è che le indagini, in parte, si stiano svolgendo all'estero, non in Svizzera, ma in un altro Paese. Questo potrebbe essere di supporto alle dichiarazioni del padre, D.P., 30 anni originario di Nereto, che continua a sostenere che il figlio è vivo.  La donna, originaria di Giulianova, pare molto provata. «Piange, ripensa al bambino, al quale era molto legata, dice che gli voleva molto bene», riferisce il suo legale, Francesco Ciabattoni. La difesa, peraltro, si avvarrà di un consulente, Alessandro Meluzzi, docente di Genetica del comportamento umano e di Salute mentale all'università di Torino.

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