Mare sporco, avviso di garanzia per epidemia colposa

Indagato Di Pietro (Ruzzo). Alba, contestati Chiodi e il sindaco
ALBA ADRIATICA. Primo avviso di garanzia per il mare Bandiera Blu inquinato: la procura ipotizza l'epidemia colposa. Ma nel giorno clou dell'inchiesta, ad Alba esplode la rabbia contro il presidente della Regione Gianni Chiodi e il sindaco Franchino Giovannelli contestati da turisti e residenti. Il procuratore Gabriele Ferretti e il sostituto Laura Colica hanno messo sotto inchiesta Giacomino Di Pietro, presidente della Ruzzo Reti, la società che gestisce il depuratore sospetto. Le ipotesi di reato sono due: all'epidemia colposa si aggiunge il disastro ambientale.
E la Finanza, con un mandato di perquisizione, ha fatto un blitz nella sede della Ruzzo Reti per sequestrare atti sulla gestione dell'impianto sul Vibrata. Ma arrivano anche due notizie positive: i test sui pesci morti sono negativi. L'Istituto Zooprofilattico ha certificato ieri che ad ucciderli è stata l'asfissia per una secca alla foce del fiume e non sostanze chimiche o batteri.
La seconda notizia è che l'allarme inquinamento è finalmente rientrato dopo quasi dieci giorni di emergenza. Ma la rabbia alla foce del Vibrata non si è ancora placata. E' la rabbia di cittadini e villeggianti contro Franchino Giovannelli e Gianni Chiodi: la contestazione avviene intorno alle 10 di ieri, quando le autorità regionali e provinciali, intervenute ad Alba per fare il punto della situazione sull'inquinamento del Vibrata, sono costrette a fare i conti con il malcontento dei presenti.
IL PAPA' ESASPERATO. Lo scontro scoppia quando un genitore, in vacanza ad Alba ed esasperato per le sue ferie rovinate, si precipita nell'ufficio di informazione turistica, dove sono riuniti, tra gli altri, Giovannelli, Chiodi, il presidente della Provincia Walter Catarra ed il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi. Volano minacce ed insulti e solo la presenza dei carabinieri scongiura il contatto fisico tra Giovannelli e il turista, che si dice amareggiato dalla gestione dell'emergenza: «Faccio sacrifici tutto l'anno per portare mio figlio in vacanza al mare e per colpa di questi signori non posso fare neanche il bagno».
LE PROTESTE. Intanto cresce la folla all'esterno dell'ufficio ed aumenta anche il malcontento, al punto che Chiodi, appena uscito, è costretto a tornare indietro e fare la conferenza stampa, inizialmente prevista sul ponte di legno che collega Alba e Villa Rosa, all'interno dello Iat. «Piantatela, dite la verità una buona volta», «Non siamo più tranquilli neanche al mare», «Che ci sono venuto a fare qui da Roma, tanto vale che me ne andavo al mare ad Ostia», sono alcune delle frasi lanciate da parte di albensi e vacanzieri al presidente della Regione, che ribadisce il cessato allarme, citando gli ultimi dati dell'Arta che confermano la diminuzione, sotto il limite di guardia, della concentrazione batterica.
MARE PIU' PULITO. «La situazione è decisamente migliorata e la zona è balneabile», afferma Chiodi, il quale annuncia che utilizzerà i fondi Fas per riqualificare i depuratori. Poi azzarda una diagnosi: «Le enteriti non sono state causate dall'inquinamento del mare perché dipendono dal rotavirus mentre in mare è stata trovata l'escherichia coli». E infine accusa «certa stampa», così l'ha definita. Ma non sa che in quel preciso istante la procura sta inviando il primo avviso di garanzia per epidemia colposa, ipotizzando in base alle analisi (tenute per troppo tempo nascoste dagli amministratori) che esiste un nesso tra le enteriti, l'inquinamento e il depuratore.
LE REAZIONI. «Chiodi chiude la stalla dopo che i buoi sono fuggiti», è il commento di Cesare D'Alessandro, consigliere IdV alla Regione Abruzzo, mentre Giovannelli, che accusa la stampa di allarmismo per un episodio temporaneo e circoscritto, fa un parziale dietro front e conferma, almeno sino ad oggi, il divieto di balneabilità nella zona a ridosso della foce del fiume (due giorni fa ne aveva comunicato la revoca prima ancora che l'Arta gli desse il via libera). E la bandiera blu? La Fee l'ha sospesa ad Alba e Villa Rosa. Ma Giovannelli è fiducioso, pensa che gliela ridaranno. (d.p. e s.p.)
E la Finanza, con un mandato di perquisizione, ha fatto un blitz nella sede della Ruzzo Reti per sequestrare atti sulla gestione dell'impianto sul Vibrata. Ma arrivano anche due notizie positive: i test sui pesci morti sono negativi. L'Istituto Zooprofilattico ha certificato ieri che ad ucciderli è stata l'asfissia per una secca alla foce del fiume e non sostanze chimiche o batteri.
La seconda notizia è che l'allarme inquinamento è finalmente rientrato dopo quasi dieci giorni di emergenza. Ma la rabbia alla foce del Vibrata non si è ancora placata. E' la rabbia di cittadini e villeggianti contro Franchino Giovannelli e Gianni Chiodi: la contestazione avviene intorno alle 10 di ieri, quando le autorità regionali e provinciali, intervenute ad Alba per fare il punto della situazione sull'inquinamento del Vibrata, sono costrette a fare i conti con il malcontento dei presenti.
IL PAPA' ESASPERATO. Lo scontro scoppia quando un genitore, in vacanza ad Alba ed esasperato per le sue ferie rovinate, si precipita nell'ufficio di informazione turistica, dove sono riuniti, tra gli altri, Giovannelli, Chiodi, il presidente della Provincia Walter Catarra ed il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi. Volano minacce ed insulti e solo la presenza dei carabinieri scongiura il contatto fisico tra Giovannelli e il turista, che si dice amareggiato dalla gestione dell'emergenza: «Faccio sacrifici tutto l'anno per portare mio figlio in vacanza al mare e per colpa di questi signori non posso fare neanche il bagno».
LE PROTESTE. Intanto cresce la folla all'esterno dell'ufficio ed aumenta anche il malcontento, al punto che Chiodi, appena uscito, è costretto a tornare indietro e fare la conferenza stampa, inizialmente prevista sul ponte di legno che collega Alba e Villa Rosa, all'interno dello Iat. «Piantatela, dite la verità una buona volta», «Non siamo più tranquilli neanche al mare», «Che ci sono venuto a fare qui da Roma, tanto vale che me ne andavo al mare ad Ostia», sono alcune delle frasi lanciate da parte di albensi e vacanzieri al presidente della Regione, che ribadisce il cessato allarme, citando gli ultimi dati dell'Arta che confermano la diminuzione, sotto il limite di guardia, della concentrazione batterica.
MARE PIU' PULITO. «La situazione è decisamente migliorata e la zona è balneabile», afferma Chiodi, il quale annuncia che utilizzerà i fondi Fas per riqualificare i depuratori. Poi azzarda una diagnosi: «Le enteriti non sono state causate dall'inquinamento del mare perché dipendono dal rotavirus mentre in mare è stata trovata l'escherichia coli». E infine accusa «certa stampa», così l'ha definita. Ma non sa che in quel preciso istante la procura sta inviando il primo avviso di garanzia per epidemia colposa, ipotizzando in base alle analisi (tenute per troppo tempo nascoste dagli amministratori) che esiste un nesso tra le enteriti, l'inquinamento e il depuratore.
LE REAZIONI. «Chiodi chiude la stalla dopo che i buoi sono fuggiti», è il commento di Cesare D'Alessandro, consigliere IdV alla Regione Abruzzo, mentre Giovannelli, che accusa la stampa di allarmismo per un episodio temporaneo e circoscritto, fa un parziale dietro front e conferma, almeno sino ad oggi, il divieto di balneabilità nella zona a ridosso della foce del fiume (due giorni fa ne aveva comunicato la revoca prima ancora che l'Arta gli desse il via libera). E la bandiera blu? La Fee l'ha sospesa ad Alba e Villa Rosa. Ma Giovannelli è fiducioso, pensa che gliela ridaranno. (d.p. e s.p.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA