Martina, l’impegno in India e in Siria per curare chi soffre

C’è anche la testimonianza dell’infermiera teramana nel libro che racconta gli interventi di Medici senza frontiere

TERAMO. C'è anche un pezzo di Teramo nel volume "Noi non restiamo a guardare. Medici senza Frontiere nel mondo". Il libro, pubblicato lo scorso novembre per Feltrinelli, raccoglie lettere di operatori e testimonianze di scrittori, con una prefazione di Dacia Maraini.

Sono storie ed emozioni di donne e uomini che mettono a disposizione la propria professionalità per fornire soccorso alle popolazioni in pericolo. Fra gli interventi figura anche il contributo di Martina Paesani, infermiera trentacinquenne originaria di San Nicolò a Tordino che lavora nelle sale operatorie del Mazzini di Teramo. Nel libro la ragazza racconta le impressioni del proprio viaggio in India: Martina infatti ha partecipato come infermiera a una missione di sviluppo promossa dall'organizzazione indipendente medico-umanitaria, nata in Francia nel 1971 da una costola della Croce Rossa e creata da medici e giornalisti.

«Sono entrata in Medici senza Frontiere nel 2011 e questa era la mia prima missione», spiega, «Sono stata via sei mesi a Mon nella regione di Nagaland, che si trova sopra la Birmania. Il mio gruppo di lavoro aveva il compito di convertire un edificio decadente in struttura ospedaliera. Io, in particolare, mi occupavo della sala operatoria e della sterilizzazione e dovevo formare il personale locale, non sempre con una formazione sanitaria. Con la mia professione, e la collaborazione con Msf, ho la possibilità di vedere la vita altrove non come turista, ma condividendo il quotidiano con le persone del posto». L'esperienza in India non è stata l'unica per Martina, l'infermiera racconta di essere appena tornata da una missione di emergenza in Siria. «Capita di avere paura», spiega, «per questo è importante il gruppo, ma soprattutto vale la capacità personale di mettersi in gioco».

Un passo particolarmente toccante della sua testimonianza nel libro è quando descrive le persone che ha incontrato: «qui povertà e sorriso vanno sempre a spasso insieme».

Emanuela Michini

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