Melania, parla il pm dei misteri in caserma

La procura indaga sul retroscena rivelato dall'amica del cuore Valentina
TERAMO. Ha chiesto lui di essere sentito dai magistrati teramani che indagano sull’omicidio di Melania Rea, la giovane mamma uccisa nel bosco di Ripe.
Ieri mattina l’ex sostituto procuratore aggiunto di Roma Paolo Ferraro, che negli anni scorsi ha indagato sulla presunta presenza di sette sataniche all’interno della caserme militari, è comparso davanti ai pm Davide Rosati e Greta Aloisi. Ferraro ha raggiunto la procura teramana e da qui é stato trasferito nella sede del comando provinciale dei carabinieri dove è stato ascoltato per circa tre ore. La sua audizione fa pensare che gli inquirenti siano tornati ad analizzare il movente del segreto inconfessabile legato alla caserma militare di Ascoli, quello che secondo il gip Giovanni Cirillo avrebbe portato il caporal maggiore Salvatore Parolisi (nella foto) ad uccidere Melania. Ma su questo per ora c’è solo un secco «no comment».
Ferraro in passato é stato al centro di una contrapposizione con il Consiglio superiore della magistratura, che lo ha sospeso in via cautelativa dal servizio per quattro mesi per presunti problemi di salute. Secondo quanto asserito dallo stesso magistrato tutto sarebbe iniziato quando é stata resa nota la sua attività di indagine su presenze massonico-sataniche all’interno delle caserme.
Lo stesso ex sostituto nei mesi scorsi aveva dichiarato di aver notato Melania Rea, o una donna molto simile a lei, negli uffici della procura di Roma qualche tempo prima della sua scomparsa. Cosa che ha riferito anche ai magistrati teramani sostenendo di aver visto una donna molto somigliante alla mamma di Somma Vesuviana.
Ieri mattina l’ex sostituto procuratore aggiunto di Roma Paolo Ferraro, che negli anni scorsi ha indagato sulla presunta presenza di sette sataniche all’interno della caserme militari, è comparso davanti ai pm Davide Rosati e Greta Aloisi. Ferraro ha raggiunto la procura teramana e da qui é stato trasferito nella sede del comando provinciale dei carabinieri dove è stato ascoltato per circa tre ore. La sua audizione fa pensare che gli inquirenti siano tornati ad analizzare il movente del segreto inconfessabile legato alla caserma militare di Ascoli, quello che secondo il gip Giovanni Cirillo avrebbe portato il caporal maggiore Salvatore Parolisi (nella foto) ad uccidere Melania. Ma su questo per ora c’è solo un secco «no comment».
Ferraro in passato é stato al centro di una contrapposizione con il Consiglio superiore della magistratura, che lo ha sospeso in via cautelativa dal servizio per quattro mesi per presunti problemi di salute. Secondo quanto asserito dallo stesso magistrato tutto sarebbe iniziato quando é stata resa nota la sua attività di indagine su presenze massonico-sataniche all’interno delle caserme.
Lo stesso ex sostituto nei mesi scorsi aveva dichiarato di aver notato Melania Rea, o una donna molto simile a lei, negli uffici della procura di Roma qualche tempo prima della sua scomparsa. Cosa che ha riferito anche ai magistrati teramani sostenendo di aver visto una donna molto somigliante alla mamma di Somma Vesuviana.
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