teramo

«Mio figlio ucciso da un automobilista, riaprite il caso»

La mamma teramana che si è battuta per la legge sull’omicidio stradale lancia un petizione on line per riportare in tribunale l'investitore

TERAMO. Si è battuta per avere la legge sull’omicidio stradale lottando per anni con altri genitori. Ora lancia una petizione on line per chiedere che l’inchiesta sulla morte del suo unico figlio, investito ed ucciso da una macchina, venga riaperta dopo tre archiviazioni. Pasqua Gina D’Ambrosio si prefigge di arrivare a 50mila firme perchè lei, che da insegnante di materie giuridiche ogni giorno trasmette ai suoi alunni il valore profondo di uno Stato di diritto, sa che ogni battaglia può dare delle risposte. «Noi genitori lo abbiamo visto con quella sull’omicidio stradale», dice, «ci sono voluti anni, ci sono stati momenti di grande sconforto in cui sembrava di tornare indietro. Invece oggi la legge c’è. Certamente i nostri figli non tornano ma almeno possono avere giustizia».

Ed è quella che lei chiede per il suo Luigi Edoardo, per tutti Gigi. Aveva 19 anni quando il 2 settembre del 2008 venne investito ed ucciso da una macchina ad Alba Adriatica. Era in sella l suo scooter, aveva il casco, non superava i 35 chilometri orari: venne travolto da un’auto che faceva inversione di marcia e l’autista non è mai stato processato. In corso c’è un procedimento civile: è stato ascoltato un testimone che ha raccontato di aver visto la macchina dell’investitore in maniera diversa da come risulta negli atti e per Pasqua Gina significa che l’auto è stata spostata. «Nel procedimento civile sono emersi molti aspetti», dice l’insegnante, «che sono importanti dal punto di vista penale. Per questo io e mio marito chiediamo che l’inchiesta venga riaperta. Una richiesta fatta con la petizione ma anche attraverso una richiesta che la donna sta preparando con l’avvocato e criminologo Natale Fusaro che l’assiste. «Certo mio figlio non torna, ma la legge sull’omicidio stradale è una legge che rende giustizia», conclude l’insegnante, «significa che il suo omicidio e quello di tanti altri ragazzi morti sulle strade non sarà più considerato di serie B. Chi ha sbagliato deve pagare e non c’è più impunità. Sono stati introdotti concetti come l’azzardo, la temerarietà, l’inversione ad U con la striscia continua, tutte cose per cui noi genitori ci siamo battuti per anni». (d.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA