Molesta una dipendente, a giudizio

Imprenditore di Corropoli accusato di violenza sessuale e minacce: di fronte ai rifiuti della donna, l'avrebbe minacciata. Agli atti anche le registrazioni di alcune telefonate dell'imprenditore

CORROPOLI. L'accusa è pesante: aver molestato sul lavoro e tentato di violentare una sua dipendente. Per questo Bernardo Di Giminiani, imprenditore di Corropoli di 61 anni, è stato rinviato a giudizio dal gup Giovanni de Rensis. Il processo inizierà l'8 maggio davanti al collegio. La donna, che nel frattempo si è licenziata, si è costituita parte civile.

La parte lesa è assistita dall'avvocato Monica Passamonti, mentre l'imputato dall'avvocato Marco Sgattoni. A chiedere il giudizio dell'uomo è stato il pm Laura Colica, il sostituto procuratore titolare del caso. I fatti, secondo la versione dell'accusa che dovrà essere provata nel corso del dibattimento davanti ai giudici, si sono svolti tra novembre 2007 e giugno 2008.
In questo arco di tempo, sempre secondo l'accusa, la donna sarebbe stata più volte molestata e ingiuriata da quello che all'epoca era il suo datore di lavoro e che in alcune occasioni avrebbe cercato di violentarla. Ai rifiuti della donna l'uomo avrebbe risposto con minacce e molestie telefoniche. Non solo.

Secondo l'accusa formulata dalla procura, l'imprenditore, di fronte ai decisi rifiuti della donna, avrebbe iniziato a minacciarla dicendole che l'avrebbe diffamata con i suoi familiari e in paese. «L'uomo», si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, «minacciava di rovinarla se non avesse accettato rapporti sessuali e di diffamarla agli occhi degli altri, cercava di toccarle le cosce quando la donna era seduta sulla scrivania, le chiedeva insistemente di sedersi sulle sue gambe». Oltre che di violenza sessuale e molestie, l'uomo è accusato anche di ingiurie e minacce.

Agli atti, infatti, ci sono le registrazioni di alcune telefonate che l'imprenditore ha fatto alla donna. Quest'ultima ha lasciato il posto di lavoro e dopo essersi licenziata ha denunciato l'uomo. Le indagini sono scattate immediatamente e in poco tempo un fascicolo è approdato in procura. Il pm Colica, dopo aver disposto indagini, ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio.

Venerdì mattina il gup de Rensis ha accolto la richiesta e ha disposto il giudizio. Nel corso dell'udienza preliminare la donna, che si è costituita parte civile, ha fatto delle dichiarazioni sostenendo che l'uomo ha reso la sua vita impossibile. Il processo inizierà a maggio del prossimo anno davanti ai giudici del tribunale riunito in composizione collegiale. (d.p.)

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