Morto in una barella al pronto soccorso, altri due medici indagati a Teramo

L’autopsia sul corpo di Domenico Evangelista, 73 anni, imprenditore edile in pensione di Poggio Umbricchio, non chiarisce le cause della morte

TERAMO. Saranno gli esami istologici, forse, a dare una risposta definitiva sulle cause del decesso di Domenico Evangelista, 73 anni, imprenditore edile in pensione di Poggio Umbricchio morto in un corridoio del pronto soccorso dell'ospedale di Teramo, dopo cinque ore di attesa di una visita. È quanto si è appreso al termine dell'autopsia, effettuata nel pomeriggio all'obitorio del 'Mazzinì dagli anatomopatologi Gina Quaglione e Cristian D'Ovidio, nominati dal pm Luca Sciarretta, che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta. L'esame medico legale non è riuscito a chiarire al momento la causa della morte, anche se non si esclude uno scompenso acuto di cuore. I due consulenti della procura si sono riservati tre mesi di tempo per fornire le risposte ai quesiti del magistrato.

Nell'indagine sono stati iscritti da subito nel registro degli indagati tre dipendenti della Asl, due medici e un infermiere. Ieri si è appresa la notizia di altri due medici indagati ma il numero potrebbe aumentare con il coinvolgimento, come atto dovuto, di altre persone in servizio.

Il pensionato era arrivato in ospedale, accompagnato dai nipoti, nel pomeriggio di venerdì, alle 19.30, accusando dolori addominali e renali. Al triage l'infermiere gli ha assegnato un «codice giallo», media gravità, terzo grado, su una scala di quattro valori e sistemato in attesa su una barella nell'anticamera delle sale di urgenza. Poco prima di mezzanotte, quando è arrivato il suo turno di visita, il personale del pronto soccorso si è accorto che era privo di vita: il massaggio cardiaco è stato inutile.

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