Rolando Di Gregorio, di Roseto, arrestato a Cuba

IL CASO

Niente domiciliari, il falegname di Roseto resta in carcere a Cuba

Respinta la seconda richiesta per Rolando Di Gregorio accusato di omicidio

ROSETO. Per la seconda volta in meno di tre settimane sono stati negati i domiciliari a Rolando Di Gregorio, il falegname 56enne rosetano arrestato a inizio marzo a Cuba con l’accusa di omicidio dell’imprenditore calabrese Francesco Sciammarella, e attualmente in un centro di detenzione a Las Tunas.

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L’avvocato cubano, messo a disposizione dall’ambasciata italiana a L’Avana per Di Gregorio, dopo il rigetto della richiesta dello scorso 21 marzo, ha riprovato a chiedere di nuovo i domiciliari dietro la presentazione di una cauzione, ma il giudice per la seconda volta ha detto no. La moglie di Gregorio, però, ha avuto la conferma che l’avvocato di suo marito ci riproverà per la terza volta, ma le possibilità che il giudice accolga la richiesta si fanno sempre più remote.

Intanto le indagini sull’accaduto proseguono, in attesa del processo che confermerà o meno se Di Gregorio abbia ucciso Sciammarella o se si sia trattato di un incidente. In un primo momento, infatti, si è parlato di una lite per un prestito di 500 euro nel corso della quale Di Gregorio avrebbe colpito con un oggetto l’imprenditore calabrese (questa è la tesi sostenuta dall’accusa), ma alcuni giorni fa il falegname rosetano ha messo nero su bianco la sua versione dei fatti, precisando che in realtà non si sarebbe trattato di un prestito e che l’imprenditore lo avrebbe aggredito e solo dopo la spinta l’imprenditore sarebbe caduto a terra battendo la testa contro lo spigolo del marciapiede.

Secondo il falegname rosetano Sciammarella avrebbe dato a lui 120mila pesos perché Di Gregorio doveva realizzare delle porte per la sua abitazione. Il lavoro però non è stato fatto (Di Gregorio si è dovuto allontanare da Cuba per alcune settimane) e, al rientro, Sciammarella voleva indietro i soldi, ma in euro. Da qui lo scontro. Di Gregorio, però, ha precisato che sarebbe stato l’imprenditore calabrese ad aggredirlo con il casco della sua moto e che lui per difendersi lo ha spinto. (l.v.)