Niente medici, stop ai ricoveri in oncologia

I tre specialisti del reparto sono in malattia, resiste solo il primario Pancotti: dimessi tre pazienti, ne restano 6 gravissimi

TERAMO. Il reparto di oncologia resta senza medici e chiude i ricoveri. Una decisione «sofferta», quella adottata ieri dalla direttrice sanitaria della Asl, Maria Mattucci, che non ha precedenti nella recente storia del Mazzini. D’altronde la dirigente si è dovuta arrendere alla logica stringente dei numeri. Il reparto – costituito da 10 letti all’interno della divisione di medicina – ha infatti tre medici più il primario. Ma una è in maternità da mesi, l’altra e in malattia da tempo. E nonostante le segnalazioni non è stata disposta alcuna sostituzione. Infine il terzo l’altroieri si è rotto un polso cadendo dalla moto. Insomma, in reparto è rimasto solo il primario Amedeo Pancotti.

Il primario è rimasto tutto il giorno in reparto per assistere i degenti. Tre in effetti sono stati dimessi, ma 5-6 erano talmente gravi da non poter essere rimandati a casa. Di fronte a una situazione del genere, Maria Mattucci non ha avuto molte alternative. E alle 15 è arrivato nelle redazioni dei quotidiani questo suo comunicato: «La grave carenza di personale medico che si è venuta a creare nella unità operativa complessa di oncologia dell'ospedale di Teramo, dovuta all'assenza di due dirigenti medici che si protrae da tempo, ulteriormente aggravata dall'infortunio recentemente occorso ad un altro medico, nell'impossibilità di rivisitare l'attuale organizzazione, anche in considerazione della mancanza di un dipartimento oncologico che avrebbe consentito la gestione di risorse umane in ambito aziendale, ha costretto la direzione sanitaria aziendale a sospendere temporaneamente i ricoveri di oncologia, nelle more dell'espletamento delle procedure amministrative finalizzate all'assunzione di medici dedicati».

Ricoveri bloccati, dunque, anche perchè non è possibile spostare nel reparto gli altri oncologi del Mazzini. Infatti gli altri tre lavorano nel day hospital oncologico, dove si fanno una trentina di trattamenti di chemioterapia al giorno e tengono aperto anche l’ambulatorio che visita un’altra trentina di pazienti al giorno. Quindi sono tre medici che fanno già miracoli. E non si può nemmeno pensare che i colleghi del reparto di medicina generale si facciano carico in toto dell’oncologia. Basti pensare che l’unico medico di guardia, ad esempio di pomeriggio, dovrebbe assistere ben 84 malati, di cui molti in situazioni critiche.

La decisione di bloccare i ricoveri ha avuto una profonda eco in città. E già si stanno organizzando movimenti di protesta. Due anni fa un gruppo di cittadini organizzò una protesta eclatante, dando vita a uno sciopero della fame e a un sit in nell’atrio dell’ospedale, a difesa, allora, del day hospital oncologico. Un movimento spontaneo che faceva capo al blogger Giancarlo Falconi, a rappresentanti di movimenti per la tutela dei cittadini e a operatori sanitari. Un gruppo che stamattina si riunirà per decidere nuove iniziative di protesta.

E forse percependo la tensione nell’aria la Asl, esattamente tre ore dopo il primo comunicato, ha emanato una integrazione a firma, stavolta, della direzione generale e quindi di Roberto Fagnano: «L’attività oncologica prosegue comunque normalmente per quanto riguarda il day hospital e, l’eventuale necessità di ricoveri urgenti notturni, peraltro residuale nello specifico, verrà garantita da altre unità operative dell’ospedale di Teramo». Come a dire: i pazienti saranno ricoverati negli altri reparti, a seconda delle specialistiche interessate dal tumore. Non una parola sui tempi di sostituzione dei medici malati che, nella migliore delle ipotesi, non rientreranno prima di un paio di mesi. Saranno sostituiti o si aspetterà che la natura faccia il suo corso e che guariscano, cogliendo la palla al balzo, magari, per attuare una sorta di “rivoluzione” nell’assetto e nell’approccio alle cure oncologiche?

©RIPRODUZIONE RISERVATA