Teramo

Pamela uccisa dal fulmine in spiaggia ad Alba Adriatica. «Nessun ritardo nei soccorsi»

2 Luglio 2025

La svolta dieci mesi dopo la tragedia. La Procura chiede l’archiviazione dell’inchiesta aperta dopo l’esposto dei familiari della 42enne Pamela Di Lorenzo. Il consulente tecnico del pm: «Interventi in quattro minuti e defibrillatore in perfetta funzione»

TERAMO. Nessun ritardo nei soccorsi arrivati in quattro minuti, corrette manovre rianimatorie e defibrillatore funzionante: è con i risultati di una certosina consulenza tecnica che la Procura chiede l’archiviazione dell’indagine sulla morte di Pamela Di Lorenzo, la 42enne di Alba Adriatica deceduta nel settembre dell’anno scorso nove giorni dopo essere stata colpita da un fulmine mentre si trovava sulla spiaggia albense.

L’inchiesta, contro ignoti e quindi con nessun indagato, era stata aperta dal pm Enrica Medori dopo l’esposto presentato dai familiari della donna che avevano chiesto di verificare, così avevano scritto all’epoca , «se la causa del decesso fosse da attribuire a negligenze e ritardi nel soccorso, soprattutto in relazione al tempo trascorso in arresto cardiaco a causa del ritardo negli interventi. Si chiede di verificare il ritardo nel soccorso anche a causa della mancata presenza di un defibrillatore rimosso da dove era stato allocato sul lungomare durante il lavoro di rifacimento del manto stradale nello spazio antistante lo stabilimento Copacabana e riposizionato solo dopo qualche giorno».

I familiari, assistiti dall’avvocato Tiziano Rossoli, non hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. L’ultima parola, dunque, ora spetta al gip che esaminerà la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura.

Dopo il sequestro del defibrillatore usato nelle prime operazioni di soccorso, che appartiene a una postazione distante circa 500 metri dal luogo della tragedia, la Procura avevav disposto una consulenza tecnica sull’apparecchio. Va detto che questi apparecchi, al momento dell’utilizzo, registrano le voci di chi li usa e proprio per ricostruire quei drammatici momenti l’esame si è rivelato di fondamentale importanza. Un defibrillatore, in particolare un defibrillatore automatico esterno, analizza il ritmo cardiaco e, se necessario, indica quando erogare una scarica elettrica. Se il ritmo cardiaco non è defibrillabile, l’apparecchio consiglierà di continuare con il massaggio cardiaco. Ed è questo, secondo la consulenza tecnica, che ha rilevato l’apparecchio usato in quei drammatici momenti accertando la successiva ripresa del ritmo cardiaco. Quella mattina di fine agosto la donna, conosciuta barista benvoluta da tutti, per quasi mezz’ora venne sottoposta a interventi rianimatori con un lungo massaggio cardiaco eseguito prima da un turista e poi da un infermiere. Secondo i risultati dell’autopsia, eseguita dopo la donazione degli organi con cui sono state salvate sette vite, l’arresto cardiaco provocato dalla scarica elettrica del fulmine aveva determinato un’anossia (mancanza di ossigeno al cervello) con danni cerebrali irreversibili.

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